Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Allarme ambientalista «Stop al bando»
Chiuso da tempo, soffocato dalla vegetazione ma a due passi dal paradiso naturale di Caroman, l’oasi gestita dalla Lipu: è il Forte Caroman – Barbarigo a Pellestrina, edificio ottocentesco, 1218 metri quadrati di superficie di cui il Demanio si vuole liberare per far cassa. È inserito nel bando delle alienazioni che scade il 15 novembre, la procedura è quella dell’asta telematica. Ma 12 associazioni con capofila Italia Nostra chiedono che la vendita sia bloccata. «Siamo sconcertati e preoccupati – spiega Cristina Romieri di Italia Nostra Venezia – perché il forte una volta venduto rischia di subire trasformazioni urbanistiche tali che ne potrebbero snaturare il valore storicoidentitario. Al contrario esistono ingenti fondi pubblici a disposizione per consentire a Forte Caroman di rimanere un bene collettivo: alludiamo a una proposta nell’ambito delle compensazioni del Mose». Secondo le associazioni potrebbe diventare aula didattica e base logistica a supporto dell’oasi di Caroman. L’accordo con il ministero delle Infrastrutture era quasi cosa fatta. «Lo scorso settembre sono stati fatti tavoli in Arsenale sulle compensazioni del Mose – spiega Andrea Grigoletto, Istituto Italiano dei Castelli – al Provveditorato piaceva il progetto di uso per l’oasi ed era pronto a finanziare il recupero con 500 mila euro». A quanto pare i ministeri hanno imboccato ciascuno una via diversa e ora tra le associazioni il timore è alto. Del resto il forte confina con l’ex istituto Canossiane acquistato dalla Caroman Srl, società con amministratore unico Fausto Petagna, consulente finanziario di Este. La società aveva presentato un progetto a firma dello Studio Mar, 84 villette nel verde immerse nell’oasi, bloccate dopo un ricorso al Tar. Il progetto è stato fatto rientrare nel Piano degli Interventi del Comune tanto che Ca’ Farsetti ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, ancora senza pronuncia. (e. lor.)