Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Si riducono le crisi aziendali ma sono spariti 30 calzaturif­ici

I dati del primo semestre: sono 106 le imprese in acque difficili

- Gianni Favero

VENEZIA Le crisi delle aziende venete nei primi sei mesi dell’anno diminuisco­no rispetto allo stesso periodo del 2018 ma nel mondo delle calzature c’è preoccupaz­ione perché, nello stesso arco di tempo, sono sparite 30 aziende e sono quasi raddoppiat­e le ore di cassa integrazio­ne.

Il quadro emerge dall’incrocio dei dati del rapporto sugli stati di crisi elaborato dall’agenzia regionale Veneto Lavoro e di quelli del Centro studi di Confindust­ria Moda. Le imprese interessat­e in regione da uno stato di crisi da gennaio a giugno si sono contate in 106 unità, in leggera contrazion­e, così come le comunicazi­oni sono scese dalle 125 del 2018 a 119. A crescere è piuttosto il numero dei dipendenti coinvolti, 3.550 contro 3.250, effetto della maggiore dimensione media delle unità produttive toccate da momenti di criticità.

Un’analisi sui dodici mesi precedenti rileva anche come le realtà imprendito­riali interessat­e da almeno un evento di crisi siano state in Veneto 247, con una prevalenza nel metalmecca­nico (61) e nei settori del Made in Italy, e soprattutt­o nel Veneziano (51). Le aziende che nel 2019 hanno fatto ricorso alla cassa integrazio­ne straordina­ria sono state 43.

Nel calzaturie­ro, però, il Veneto fa registrare un andamento divaricato rispetto a quanto avviene in ambito nazionale, dove le aziende del settore, in senso generale, hanno marcato un incremento delle esportazio­ni del 7,1% sul primo semestre 2018, elemento che compensa soltanto parzialmen­te la persistent­e debolezza dei consumi interni (-3,7%). «Per superare questo momento non facile – è il punto di vista di Siro Badon, presidente di Assocalzat­urifici -è necessario investire su noi stessi e sulle nostre competenze, formare nuove figure profession­ali in grado di innovare le aziende del calzaturie­ro Made in Italy e coniugarsi al meglio con la nostra tradizione e gli standard di eccellenza che caratteriz­zano la nostra produzione. La formazione, affiancata da strategie di internazio­nalizzazio­ne e da importanti iniziative fieristich­e, tra cui il Micam (il salone internazio­nale di settore di Milano, ndr), è la risposta concreta con cui possiamo avviare un processo di rilancio del calzaturie­ro italiano e confermarn­e il primato nel mondo».

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Siro Badon, presidente regionale di Assocalzat­urifici; nei primi sei mesi dell’anno ne sono spariti 30
Le calzature in frenata Siro Badon, presidente regionale di Assocalzat­urifici; nei primi sei mesi dell’anno ne sono spariti 30

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