Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Case senza luce musei chiusi Mura e colonne spazzate via
Danni alle Università. Oggi scuole ancora chiuse
VENEZIA Le balaustre in marmo divelte e muretti sbriciolati da San Marco a Riva degli Schiavoni, dalla Giudecca, a San Servolo; il vaporetto Actv spiaggiato in Riva Sette Martiri, le 15 gondole ammucchiate sulla riva alla Pietà, la fiumana di acqua che irrompe nell’hotel Gritti. L’edicola Walter alle Zattere che va alla deriva e al mattino non c’è più perché è affondata. Le Librerie Toletta e Acqua Granda con centinaia di volumi in ammollo e in trasloco.
La conta dei danni parte dalle immagini simbolo della drammatica Acqua Granda versione 2019 che fatto cadere sul lavoro abbattitori, macchinari per la panificazione, congelatori, fornaci del vetro, pompe idrauliche, quadri elettrici all’avanguardia, paratie automatizzate, sistemi d’allarme, vasche di contenimento. La buona notizia è che il Monumento alla Partigiana è riaffiorato quasi incolume al calare della marea. Sommerso dai flutti, sembrava spazzato via. L’incisione lapidea è spezzata e l’Anpi ha scritto al sindaco offrendosi di ripristinarla.
Per il resto, è una conta dei danni che non finisce più. Due motoscafi Actv naufragati a Sant’Elena saranno ripescati oggi, tre battelli danneggiati: quello in Riva Sette Martiri recuperato, gli altri in via di riscatto. Non è andata peggio solo perché l’eroismo di marinai e piloti l’altra notte ha permesso di riportare agli ormeggi numerosi mezzi alla deriva. Tante passerelle crollate, sono sospesi 16 approdi tra cui Sant’Elena, Arsenale, San Zaccaria «E-F» davanti al Danieli, San Marco Vallaresso (operativa Giardinetti), Murano Navagero, Orto e Giardini Biennale. Tra le imbarcazioni cadute, sei taxi acquei, una trentina di gondole e stazi fuori uso: quello del Molo scaraventato ai piedi del campanile di San Marco, alla deriva quello del traghetto Dogana lato Salute. Pure a piedi sarà un’avventura in questi giorni di alte maree: Veritas
ha perso il 30 per cento dei 2.500 cavalletti e delle 1.100 passerelle.
Anche oggi resteranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado, ha deciso il Comune. Ieri Iuav non ha aperto neanche una sede e Ca’ Foscari conta decine di migliaia di euro di danni: inagibili la sede principale, a Ca’ Bembo Ca’ Dolfin saltate le centrali termiche; Zattere, Auditorium Santa Margherita e Palazzo Cosulich con danni a strutture e impianti, il Campus Economico di San Giobbe ha un’ala inagibile. E poi San Servolo: tre pontili affondati, il muretto di cinta divelto, danneggiate le belle porte di legno e vetro, i quadri, il giardino esterno. Stessa scena a Villa Heriot alla Giudecca. Case e uffici senza corrente elettrica, riscaldamento, internet, perfino il Centro Maree con i telefoni disconnessi. Eppure i turisti continuavano a scendere dai lancioni. C’era pochissimo da visitare: chiusi i Musei Civici, a Ca’ Pesaro Galleria d’Arte Moderna un cortocircuito ha provocato un principio d’incendio in una cabina elettrica e i vigili del fuoco hanno puntellato un pianerottolo; fuori uso caffetterie, bookshop, ascensori per i disabili. Oggi riaprono Correr, Torre dell’Orologio, Museo del Vetro a Murano e del Merletto a Burano; il Ducale riapre domani; fino sabato chiusi Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo Mocenigo, Casa di Carlo Goldoni; Palazzo Fortuny; Museo di Storia Naturale. Tra i musei Statali i danni agli impianti hanno riguardato Palazzo Grimani, Galleria Franchetti e Ca’ Pesaro; la Guggenheim, Palazzo Grassi e Punta della Dogana sono chiusi anche oggi, invece la Biennale riapre. Insieme a commercianti, esercenti, ristoratori che hanno passato una pessima nottata e una brutta mattinata, i clienti di diversi alberghi si sono ritrovati con le stanze allagate. «Vasche nuovi, impianti da poco collaudati, pompe e paratie: nulla ha retto - dice Michele Mazzetto – abbiamo trasferito gli ospiti al piano superiore del Canal Regio e del Graspo de Ua, ristorante completamente devastato». Stessa scena al Tintoretto: impianti nuovi letteralmente scoppiati, il bar appena restaurato completamente inondato. «Le vasche reggono fino 1,80. L’acqua entrava anche dalle finestre», scuote la testa Berardo di Francescantonio. Ascom, Ava, Federalberghi, Confcommercio, Confesercenti, Aepe hanno aperto le procedure per il risarcimento danni: servono foto e documentazione. Gianni De Checchi annuncia che Confartigianato di Venezia ha già attivato con Ebav fondi di solidarietà per 10mila euro per ogni artigiano con dipendenti e 3mila euro per i lavoratori. Serve uno scatto di reni. «Asciugato il piano terra allagato, abbiamo aperto ai visitatori il primo; un segno per dire: si va avanti», spiega il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia. Col sottopalco allagato, la Fenice è senza elettricità e biglietteria, i concerti di ieri e oggi sono sta annullati. «Sposteremo le prove del Don Carlo di Verdi, se necessario anche in terraferma – annuncia il soprintendente Fortunato OrtombinaDomenica 24 c’è la prima e non vogliamo rinunciare: dopo questa sciagura per la città, lo dobbiamo a Venezia».
Fenice Le prove del Don Carlo spostate in terraferma, domenica prossima c’è la prima
Librerie Alla Toletta e all’Acqua Alta libri in ammollo Salvo il monumento alla Partigiana