Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Studenti, volontari: la città che si rialza
Ragazzi spazzini, ex elettricisti «porta a porta»: volti e storie di solidarietà
Ante di armadi, ripiani smontati, forni a microonde, lettori dvd, testiere di letti matrimoniali, tanti, tantissimi sacchi della spazzatura. E poi, ultimi martiri del mucchio, aspirapolvere di ogni forma e misura, sacrificati nel tentativo di ripulire dall’acqua le piastrelle e spesso pure i muri. Ieri mattina, a Venezia, quasi ogni calle aveva il suo cumulo di mobili a pezzi, di elettrodomestici bruciati e di «scoasse»; ogni catasta cresceva seguendo il ritmo dato dalle braccia dei residenti, che continuavano a portare fuori altri «caduti». Quasi tutto finirà in discarica, qualcosa si salverà grazie a uno schizzo d’acqua dolce e al sole, ieri spuntato quasi a voler aiutare pure lui la ripresa. Di certo i baristi di Santa Margherita che hanno rovesciato i loro divanetti al centro del campo speravano di poterli riportare dentro interi entro sera. La tregua temporanea che il meteo ha concesso a Venezia ieri ha fatto vedere tutte le ferite della città storica, mutilata da un’acqua alta come non se ne vedevano da decenni, ma ha anche dato il via a una gara di solidarietà che ha richiamato in laguna studenti, professionisti e operatori da tutta la regione, accorsi solo per aiutare, senza chiedere niente in cambio. Quasi a rispondere alle raffiche di odio e di insulti che la città ha raccolto sui social network dopo il disastro («Due euro per Venezia? Li prendano dai caffé a 30 euro in piazza...»), una rete parallela di solidarietà è sorta proprio tra le bacheche di Facebook, tra i cinguettii di Twitter, nei gruppi di Telegram e nelle chat di Whatsapp. Chi può, porta sul piatto molto: Coop Alleanza ha messo a disposizione 25 mila euro di aiuti, ma intende salire a 100 mila totali; il gruppo Venissa, prestigiosa cantina e ristorante della laguna, riserva il ricavato di otto magnum della sua riserva, il valore oscilla da 990 euro ai quasi 5000 del millesimo 2010; dalla Toscana nasce pure l’idea di un «baccalà solidale», da mettere a menù per raccogliere fondi per Venezia, un po’ come fatto con le amatriciane per Amatrice. Online invece si offrono materassi, coperte, elettrodomestici, ma soprattutto braccia infaticabili: i ragazzi di Fridays for Future, dei centri sociali, di Venice Calls hanno organizzato il lavoro, radunato i volontari, suddiviso i compiti e le squadre, si sono rapportati con Veritas la partecipata che gestisce il ciclo rifiuti nel Veneziano - e le istituzioni. Gruppetti di due o tre giovanissimi bussano ad ogni negozio: «Vi serve una mano? Per qualsiasi cosa, spostiamo, asciughiamo, laviamo». Gli esercenti rispondono senza smettere di muovere lo strofinaccio e molti rifiutano l’aiuto. Ma lo fanno lasciandosi vincere da un sorriso, perché quando si lotta con la salsedine da due giorni la disponibilità di chi si offre può scaldare più di un raggio di sole.