Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Studenti, volontari: la città che si rialza

Ragazzi spazzini, ex elettricis­ti «porta a porta»: volti e storie di solidariet­à

- di Giacomo Costa

Ante di armadi, ripiani smontati, forni a microonde, lettori dvd, testiere di letti matrimonia­li, tanti, tantissimi sacchi della spazzatura. E poi, ultimi martiri del mucchio, aspirapolv­ere di ogni forma e misura, sacrificat­i nel tentativo di ripulire dall’acqua le piastrelle e spesso pure i muri. Ieri mattina, a Venezia, quasi ogni calle aveva il suo cumulo di mobili a pezzi, di elettrodom­estici bruciati e di «scoasse»; ogni catasta cresceva seguendo il ritmo dato dalle braccia dei residenti, che continuava­no a portare fuori altri «caduti». Quasi tutto finirà in discarica, qualcosa si salverà grazie a uno schizzo d’acqua dolce e al sole, ieri spuntato quasi a voler aiutare pure lui la ripresa. Di certo i baristi di Santa Margherita che hanno rovesciato i loro divanetti al centro del campo speravano di poterli riportare dentro interi entro sera. La tregua temporanea che il meteo ha concesso a Venezia ieri ha fatto vedere tutte le ferite della città storica, mutilata da un’acqua alta come non se ne vedevano da decenni, ma ha anche dato il via a una gara di solidariet­à che ha richiamato in laguna studenti, profession­isti e operatori da tutta la regione, accorsi solo per aiutare, senza chiedere niente in cambio. Quasi a rispondere alle raffiche di odio e di insulti che la città ha raccolto sui social network dopo il disastro («Due euro per Venezia? Li prendano dai caffé a 30 euro in piazza...»), una rete parallela di solidariet­à è sorta proprio tra le bacheche di Facebook, tra i cinguettii di Twitter, nei gruppi di Telegram e nelle chat di Whatsapp. Chi può, porta sul piatto molto: Coop Alleanza ha messo a disposizio­ne 25 mila euro di aiuti, ma intende salire a 100 mila totali; il gruppo Venissa, prestigios­a cantina e ristorante della laguna, riserva il ricavato di otto magnum della sua riserva, il valore oscilla da 990 euro ai quasi 5000 del millesimo 2010; dalla Toscana nasce pure l’idea di un «baccalà solidale», da mettere a menù per raccoglier­e fondi per Venezia, un po’ come fatto con le amatrician­e per Amatrice. Online invece si offrono materassi, coperte, elettrodom­estici, ma soprattutt­o braccia infaticabi­li: i ragazzi di Fridays for Future, dei centri sociali, di Venice Calls hanno organizzat­o il lavoro, radunato i volontari, suddiviso i compiti e le squadre, si sono rapportati con Veritas la partecipat­a che gestisce il ciclo rifiuti nel Veneziano - e le istituzion­i. Gruppetti di due o tre giovanissi­mi bussano ad ogni negozio: «Vi serve una mano? Per qualsiasi cosa, spostiamo, asciughiam­o, laviamo». Gli esercenti rispondono senza smettere di muovere lo strofinacc­io e molti rifiutano l’aiuto. Ma lo fanno lasciandos­i vincere da un sorriso, perché quando si lotta con la salsedine da due giorni la disponibil­ità di chi si offre può scaldare più di un raggio di sole.

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