Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bevilacqua: stoffe e filati messi in salvo perse le schede per i telai
«Nella sala avevamo quaranta centimetri d’acqua, in corridoio sessanta. Certo, abbiamo messo in alto, al sicuro, le stoffe, i cuscini, i filati. Ma le nostre macchine sono inamovibili, risalgono al Settecento, tutte in legno, e per loro non abbiamo potuto fare nulla». E allora quella ragnatela di legno e filo, di rocchetti e contrappesi dovrà essere lavata in acqua dolce, con calma, per evitare di perdere telai che risalgono alla Scuola grande della Misericordia. Ma solo dopo la prossima acqua alta. Alla tessitura Luigi Bevilacqua il titolare, Alberto Bevilacqua, sa bene che non è finita: la marea tornerà a entrare dalla porta sul Canal Grande, dall’ingresso pedonale in campiello de la Comare, forse già oggi. E saranno altri ordini impossibili da evadere. «Siamo fermi: le tessitrici si sono rifugiate al piano di sopra, fanno segreteria o preparano i pacchi per i corrieri, che fino a mercoledì non ritiravano nulla». Martedì notte, dopo aver chiuso porte e finestre, spostato tutto negli scaffali alti e montato le paratie, tutta la squadra è tornata a casa, sussurrando una preghiera: non c’era altro da fare. Mercoledì l’hanno passata a pulire, a risistemare. E a contare i danni: «Contiamo di salvare le macchine, ma abbiamo perso per sempre alcune delle schede perforate che regolano i telai». Sono le istruzioni per i «computer» ottocenteschi che replicano i disegni nel filato - di fatto sembrano macchine da scrivere sulla cima della macchina - e vengono create a mano nei laboratori, un tempo a colpi di martello. «Sono insostituibili e possono valere anche 11 mila euro l’una», dice Bevilacqua. (gi. co.)