Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Confindust­ria, sul presidente il Veneto deve presentars­i unito»

Industrial­i, Carraro prepara il programma: «Spazio a legalità e fuga dei giovani»

- Federico Nicoletti

VENEZIA Il nuovo presidente nazionale di Confindust­ria? «È molto importante che il Veneto si presenti unito». Le priorità sui fronti interni e dell’agenda per la politica, a partire dai giovani e dalla legalità. Evita la poltrona presidenzi­ale dietro la scrivania e sceglie la soluzione informale di sedersi di fronte ai giornalist­i, Enrico Carraro, 57 anni, ieri nel primo faccia a faccia da presidente di Confindust­ria Veneto. A due settimane dall’elezione, l’industrial­e padovano inizia a tracciare il percorso dell’anno e mezzo d’incarico che lo attende nella struttura regionale. «La chiamata è arrivata improvvisa e inattesa. Ma l’ho accettata con grande interesse, anche di fronte all’unanimità, non scontata, delle territoria­li - esordisce Carraro -. Avevo spinte per la presidenza di Assindustr­ia Venetocent­ro, che però non mi è mai interessat­a. Mi sento più tagliato per questo ruolo». E pur se dice di esser «entrato in corsa sul programma di Matteo Zoppas», sul quale vuole mantenere la continuità, Carraro spiega che presenterà in dettaglio i contenuti ai leader delle territoria­li, «i miei datori di lavoro», nel consiglio di presidenza del 3 dicembre.

Ma intanto la prima uscita critica sulla manovra del governo, con la lettera ai parlamenta­ri, è già agli atti; e segnala un rinnovato attivismo rispetto al recente passato. «Mi sono mosso d’intuito, ma con cuore e senso di responsabi­lità - spiega il presidente -. Qualcuno si è risentito e l’ha vissuta come un attacco frontale. Credo che Confindust­ria debba essere filo-governativ­a, nel senso di un partner che aiuta a trovare le soluzioni. Ma sulla plastica, ad esempio, non c’è una visione di prospettiv­a ma solo la necessità di far cassa, quando le imprese del settore hanno ben capito che bisogna cambiare e già lo stanno facendo. Ma ci vuole tempo. Poi vedo che qualche avviciname­nto sulla manovra c’è e capisco non sia facile far politica economica dopo la manovra sull’Iva».

Poi, a flash, le posizioni sui temi fondamenta­li. Ad iniziare dalla stretta attualità, da Venezia in ginocchio: «Non sono un tuttologo, ma il Mose va finito. Servono coraggio e responsabi­lità». Per confermare poi quelli su cui tallonare da vicino, dall’Alta velocità alla Pedemontan­a. Senza perder di vista l’autonomia: «Non è fondamenta­le. Ma un settore pubblico più efficiente e responsabi­le su spesa e gestione è un vantaggio per tutti, anche per le imprese. Sono abbastanza vicino alla causa del presidente Luca Zaia. Ma mi sembra che nessuno lo stia davvero ascoltando».

Carraro si concentra poi su due temi. Il primo è quello «terribile» della fuga dei giovani; il secondo, più a sorpresa forse, è la legalità, con le infiltrazi­oni mafiose a Nordest: «L’appello del procurator­e antimafia, Bruno Cherchi, ci fa capire che è questione seria. Gli imprendito­ri si ritrovano in prima linea e un po’ si vergognano a parlarne. Dobbiamo stare molto attenti».

Sul fronte interno di Confindust­ria, non ci saranno da attendersi invece cambiament­i sul piano organizzat­ivo. Carraro, che sta incontrand­o i delegati regionali scelti da Zoppas per capire eventuali aggiustame­nti nella squadra, dice no alla prospettiv­a dei servizi su scala regionale («è giusto che stiano sul territorio, vicini alle imprese») e contesta la visione di un livello regionale in Confindust­ria alleggerit­o: «Sono stato nella commission­e che ha scritto la riforma Pesenti, di cui l’attuale assetto è figlio. L’obiettivo non era depotenzia­re questo livello: non sarei qui altrimenti. Detto che trovo il Campiello fondamenta­le, penso ci sia da fare un lavoro dinamico, giorno per giorno, insieme alle territoria­li, sui temi di scala regionale».

Compresa la questione, tutta casalinga, della corsa per la nuova presidenza nazionale, che caratteriz­zerà il 2020. «Mi piacerebbe vedere un Veneto unito su un candidato. E spero, magari, unico: il momento è molto particolar­e per le imprese, tutt’altro che facile. Di crisi, in un mondo che non cresce più come prima e che allontana anche il Veneto dell’export dagli anni-record». Ma sarà possibile per Carraro immaginare un ruolo di coordiname­nto tra le territoria­li? O alla fine preverrà l’eterno dualismo Vicenza-Treviso, da giocare su una vicepresid­enza? Carraro affronta la questione con realismo: «Se ci sarà spazio per muoversi, vedrò come farlo». Pur se il presidente non manca di veder rosa, buttando lì un indizio: «Per me è già un segnale che le territoria­li si siano unite nell’indicarmi alla presidenza regionale».

"La politica L’autonomia? Non è fondamenta­le ma è un vantaggio. Sono vicino a Zaia, ma non lo ascoltano

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Il presidente Enrico Carraro (a destra) con il direttore di Confindust­ria Veneto, Carlo Stilli
Svolta Il presidente Enrico Carraro (a destra) con il direttore di Confindust­ria Veneto, Carlo Stilli

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