Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La caldaia fa fuori uso, muoiono madre e figlio
Venezia, l’impianto forse danneggiato dalle maree
VENEZIA Nuova tragedia a Venezia, madre e figlio, Nadia Funes e Fabio Canciani, rispettivamente di 72 e 42 anni, sono stati trovati morti al secondo piano di un edificio nel sestiere di Castello. Canciani era sposato e con una figlia di 10 anni ma a da oltre un anno era tornato a vivere con la madre. Entrambi, dalle prime ricostruzioni sarebbero stati avvelenati dal monossido di carbonio a causa di una caldaia rovinata dall’acqua alta.
Nadia è in cucina, sta sistemando. Fabio, il figlio, è disteso sul divano. Si sta riposando prima di andare al lavoro. Ma nell’hotel in cui prestava servizio non arriva. I colleghi lo aspettano, gli telefonano. Nessuna risposta. Uno di loro lo raggiunge a casa per controllare. E’ strano, Fabio non ha mai fatto tardi. Al campanello non risponde nessuno. Il collega chiama un amico e, insieme ai vicini, con l’aiuto dei vigili del fuoco riescono ad aprire la porta. Fabio è ancora sul divano, non respira. La mamma è in cucina, a terra, nemmeno lei si muove. Sono morti per un’intossicazione da monossido di carbonio a causa di un malfunzionamento della caldaia.
Fabio Canciani aveva 43 anni, la mamma Nadia Funes 72. Da circa un anno l’uomo, separato e papà di Carlotta, 10 anni, si era trasferito dalla madre in un appartamento al secondo piano di una palazzina di Fondamenta San Giuseppe, nel sestiere di Castello. Fino a ieri sera le forze dell’ordine tendevano ad escludere che il malfunzionamento della caldaia potesse essere dovuto ai disagi del brutto tempo, la struttura non avrebbe riportato danni, ma saranno fatte altre verifiche nei prossimi giorni. Il dramma si è consumato probabilmente intorno all’ora di pranzo, anche perché al mattino Fabio e Nadia erano ancora vivi. La donna aveva condiviso un post sui social, il figlio si era scambiato messaggi con un amico. Ieri sera, in Fondamenta San Giuseppe, si sono riuniti tutti gli amici del 43enne, per comprendere cosa fosse successo. Conoscenti e colleghi che lavoravano con lui all’hotel Abbazia di Cannaregio.
«Era una persona splendida», lo ricordano. L’appartamento si affaccia su un rio nel quale ieri era ormeggiato il barchino di Canciani, che gli amici hanno riconosciuto, così come il collega che ieri pomeriggio ha raggiunto la casa per cercarlo. I vigili del fuoco hanno chiamato in supporto un’ambulanza e i carabinieri. Portati via i due corpi, è cominciato il sopralluogo insieme agli esperti del Nucleo Nbcr (nucleare biologico chimico radiologico) dei pompieri. Una verifica alla quale ha partecipato un tecnico dell’Italgas. Il gas è stato staccato, il sospetto fin da subito è che si fosse verificata una fuga. E dai primi controlli i vigili del fuoco ipotizzano che quella fuga di monossido sia stata causata dalla caldaia, un po’ datata. L’appartamento, intanto, è sotto sequestro ed è possibile che la Procura decida di disporre un’autopsia sui corpi delle vittime, conosciute da tutti. «Nadia era una donna stupenda — la ricorda Bruno, un amico — giovedì le ho suonato il campanello ma lei non mi ha aperto, ed è strano. Stavo pulendo il
magazzino, attaccato alla sua porta, e volevo dirle che i miei due frigoriferi non funzionano più a causa dell’acqua alta. Ma non ha risposto. Di solito si affacciava, mi lanciava un bacio e apriva. Erano brave persone, per loro avrei fatto qualsiasi cosa, andavo a pescare con il marito di lei, morto da alcuni anni».
La donna aveva una badante e un operatore che la aiutava in alcune faccende domestiche, per problemi di deambulazione. Amici, vicini, parenti ieri sera erano di fronte a casa, sotto la pioggia, ad aspettare di sapere il perché della tragedia.
" Il collega
Fabio non si è presentato al lavoro in albergo, così sono andato a suonargli a casa.
Non ha risposto nessuno, ho dato l’allarme