Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Comar e le cerniere le ultime inchieste della Corte dei Conti

- A. Zo.

VENEZIA L’ultima in ordine di tempo è quella sulle cerniere, che però è ancora agli albori. La procura regionale della Corte dei Conti, diretta da Paolo Evangelist­a, dopo aver appreso le notizie di stampa uscite alcuni mesi fa sulla corrosione di alcune parti e sulla nuova gara bandita dal Consorzio Venezia Nuova per trovare la soluzione e sistemare il problema: e quindi vuole capire se ci sia stato o ci sarà uno spreco di denaro pubblico a causa di lavori fatti male, per esempio usando dei materiali non adeguati. Ma la procura, con il vice Alberto Mingarelli, sta anche indagando su Comar, in questo caso sulla base di segnalazio­ni degli stessi commissari del Cvn, Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola. Comar era l’azienda a cui il Consorzio aveva affidato in passato la gestione delle gare ed era partecipat­a dalle grandi imprese: Mantovani, Condotte e Grandi Lavori Fincosit. Quando i commissari sono arrivati hanno però trovato delle operazioni – a loro dire – «sospette» e hanno iniziato a scavare, tanto che a inizio 2016 anche Comar è finita sotto il commissari­amento. Nella sentenza del Tar che confermava la decisione dell’Anac, impugnata da Glf, si parlava di «gravi irregolari­tà» e del fatto che «se non ci fosse stato il commissari­amento sarebbe stata possibile la continuazi­one dell’attività criminale».

Le fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziari­a di Venezia sono al lavoro da mesi e anche di recente sono stati nella sede di Comar all’Arsenale ad acquisire documentaz­ione. Pare che l’inchiesta sia già alle battute finali e la procura sarebbe pronta a contestare una cifra importante, superiore a un milione di euro. La procedura prevede prima l’invito a dedurre, dopo il quale gli «indagati» avranno la possibilit­à di dire la loro per difendersi, poi l’atto di citazione, che porterà al processo vero e proprio.

Si tratta delle ultime due inchieste della procura contabile sul Mose, dopo l’indagine penale che ha portato alla raffica di arresti del 4 giugno 2014. Nel corso di questi ultimi anni ci sono state condanne milionarie nei confronti di quei pubblici ufficiali che erano accusati di aver preso le tangenti: dall’ex governator­e

Giancarlo Galan al suo assessore Renato Chisso (che dovrebbero pagare oltre 5 milioni di euro di danno d’immagine), fino a Enzo Casarin, il segretario dello stesso Chisso deceduto un anno fa. Dovrebbe poi essere vicina la sentenza sul maxi-processo che vede come imputati l’ex presidente del Cvn Giovanni Mazzacurat­i (anche lui morto di recente negli Stati Uniti, dove si era trasferito da quattro anni), il suo vice Alessandro Mazzi e il Consorzio Venezia Nuova. La procura li ritiene responsabi­li dell’enorme giro di mazzette scoperto dalle fiamme gialle e dai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini e aveva chiesto la condanna a risarcire lo Stato con 21 milioni e 750 mila euro.

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