Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tubo usurato la causa delle due morti
Madre e figlio vittime del monossido di carbonio, la prossima settimana i funerali
VENEZIA Un tubo usurato da tempo e mai riparato. Sarebbe questa la causa della fuoriuscita di monossido di carbonio dalla caldaia che venerdì pomeriggio ha provocato la morte di madre e figlio all’interno del loro appartamento in Fondamenta San Giuseppe a Venezia. La tubatura già qualche anno fa era stata segnalata come danneggiata e non era mai stata aggiustata o cambiata. I funerali delle due vittime si svolgeranno la prossima settimana.
VENEZIA Un tubo usurato da tempo e mai riparato. Sarebbe questa la causa della fuoriuscita di monossido di carbonio dalla caldaia che venerdì pomeriggio ha provocato la morte di madre e figlio all’interno del loro appartamento in Fondamenta San Giuseppe a Venezia. Che all’incidente abbiano contribuito i problemi di questi giorni legati al maltempo e all’acqua alta, finora gli investigatori non lo confermano, perché la tubatura già qualche anno fa era stata segnalata come danneggiata e non era mai stata aggiustata o cambiata. La procura lagunare ha deciso di non disporre l’autopsia sui corpi delle vittime, il 43enne Fabio Canciani e la 72enne Nadia Funes, proprio perché le cause della tragedia sembrano chiare.
L’incidente sarebbe avvenuto nel primo pomeriggio. A fare la drammatica scoperta sono stati un collega di Fabio, che lavorava all’hotel Abbazia di Cannaregio, e un amico. Hanno raggiunto l’appartamento per andare a controllare, visto che il 43enne stranamente non si era presentato al lavoro. Con l’aiuto dei vigili del fuoco hanno aperto la porta dell’abitazione e hanno trovato Fabio steso sul divano e la mamma Nadia a terra, in cucina, entrambi già senza vita. Con loro anche il gattino, anche lui morto. Fin da subito i pompieri e i carabinieri hanno ipotizzato un’intossicazione da monossido e, durante il sopralluogo, hanno accertato che il problema derivava da una tubazione usurata, già segnalata nel 2014 come danneggiata, ma mai riparata. Di quelle questioni si era sempre occupato il marito di Nadia, Franco, e da quando era scomparso nessuno aveva più aggiustato il tubo. Venerdì pomeriggio, sotto la pioggia battente, residenti e amici di Fabio e Nadia si sono riuniti sotto l’appartamento, increduli di fronte a quanto accaduto e che adesso aspettano di dare loro l’ultimo saluto al funerale previsto per la prossima settimana.
«Solo il giorno prima avevamo riso e scherzato assieme e lavorato con la sua grande capacità e la sua ironica allegria - ha detto una collega di Fabio - Mi aveva mostrato le foto del suo “piculin”, come chiamava il suo meraviglioso gatto. Se avessi saputo che quella era l’ultima volta che lo vedevo gli avrei detto quanto lo stimavo e gli volevo bene». Fabio e Nadia erano molto conosciuti a Castello, avevano sempre vissuto in Fondamenta San Giuseppe. Anni fa si era trasferito a Mestre con la compagna e la figlia di dieci anni, Carlotta, ma un anno fa era tornato a vivere dalla mamma.