«Turni anche di notte per tutelare il museo»

«Qui ognuno ha fatto uno sforzo incredibile: la restauratrice è appena stata operata, l’idraulico ha avuto i suoi problemi. E poi abbiamo lavorato tutti i giorni, le notti, ogni volta che l’acqua si alzava. Nonostante i blackout, i computer bruciati, la difficoltà di arrivare qui dalla terraferma con la città bloccata». Anche Claudia Cremonini, la direttrice della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, ha finito per rimediare qualche linea di febbre, ma si schermisce subito, ribadendo che l’impegno è stato collettivo, oltre che condiviso da tutti i lavoratori museali di Venezia. «È anche questo il compito di un funzionario statale», ricorda. Eppure alla Ca’ d’Oro l’impresa era degna del mito di Sisifo: il piano terra è bassissimo, l’acqua entra in continuazione, bagnando le statue e, soprattutto, il pavimento musivo, delicatissimo. Appena la marea calava, quindi, bisognava correre a pulire. Anche se in piena notte, anche senza elettricità, anche se a distanza di sei ore la laguna avrebbe di nuovo fatto scempio di tessere e marmi, tra detriti e salsedine. «Ci siamo abituati, per questo il museo ha i turni notturni tutto l’anno. Però lavorare coi macchinari bruciati, senza luce, senza riscaldamento, con la squadra dispersa a causa dei disagi non è stato facile». Ma nella difficoltà, la risposta dei lavoratori è stata fortissima, così come quella degli studenti dell’università che lavorano proprio al restauro del museo: appena saputo cosa stava succedendo a Venezia sono corsi da Padova. (gi. co.)

Claudia Cremonini è la direttrice della famosa Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro