Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La tentazione dei separatisti «Rinviare il referendum»
L’emergenza non permette la campagna a Venezia. Comitati divisi sulla richiesta
VENEZIA Referendum da rinviare causa acqua granda eccezionale. È l’opzione che stanno valutando i comitati autonomisti in queste ore: chiedere al prefetto Vittorio Zappalorto e al presidente della Regione Luca Zaia di spostare la quinta consultazione al 15 dicembre. Sono tre associazioni e sei comitati e non è stata trovata la quadra perché i veneziani sarebbero d’accordo ma i mestrini sono titubanti e ieri una lunga riunione si è conclusa con un nulla di fatto. «In relazione allo straordinario evento atmosferico che ha causato l’eccezionale picco di acqua alta e le conseguenti sesse che ancora non fanno intravvedere una duratura stabilizzazione del fenomeno, i Comitati Promotori del SÌ al Referendum stanno valutando l’eventuale richiesta alle competenti Autorità di poter prevedere uno slittamento di alcuni giorni della data destinata al voto, ciò al fine di consentire la massima partecipazione e serenità ad ordinate operazioni elettorali», dice il comunicato diramato al termine. Lunedì si prenderà la decisione. La proposta l’ha fatta Marco Sitran: «Come atto di attenzione nei confronti della città e dei residenti – spiega - Abbiamo oggettive difficoltà, soprattutto a Venezia e isole, ad informare i residenti (a causa delle persistenti eccezionali acque alte) e non ci sembra nemmeno il caso, in questi drammatici momenti, di fare volantinaggio o informazione per strada». Saltato l’incontro al Lido, oggi parrebbe a rischio quello alla Bragora. E poi i cittadini hanno altro a cui pensare e ogni post sull’argomento scatena insofferenza e baruffe nei gruppi social. «Sinceramente, non me la sento di fare volantinaggio o gazebo a Venezia in un momento così tragico – dice Sitran - I comitati mestrini non sono d’accordo ma a Venezia c’è, ovviamente una sensibilità diversa». I comitati separatisti sono divisi perché c’è chi pensa che sia possibile capitalizzare a botta calda l’esasperazione da acqua alta incessante e chi fa presente che a metà dicembre gli elettori sarebbero troppo presi dalle spese natalizie. Per gli unionisti non ci sarebbe alcun problema a chiedere il rinvio: «Comprendo e condivido. Anch’io non ho nessuna voglia di battermi per la mia idea di Unione in questa terribili condizioni», dice il presidente di Una e Unica Paolo Cuman. «Abbiamo sospeso tutti la campagna referendaria e c’è stato un vuoto informativo – dice Renzo Scarpa dall’intergruppo autonomista – I cittadini hanno diritto di esprimere un voto consapevole: è giusto chiedere un rinvio». La dilazione sarebbe utile anche per mettere maggiore distanza tra gli elettori e l’afflato di fratellanza tra Mestre e Venezia suscitato dall’alluvione. «C’è un sentimento di avvicinamento del quale si sta avvantaggiando il sindaco Brugnaro», osserva Scarpa. «L’alluvione è una cosa seria e in questo momento il voto è l’ultimo dei pensieri – fa eco Nicola Pianon di Più Mestre Più Venezia – E l’emergenza ha fatto scomparire l’argomento nei media. Ma il Comune continua a fare campagna per l’unione. E partecipano anche le aziende: avevamo sottoscritto un contratto pubblicità su cento autobus. Ma due giorni fa Actv ci ha spiegato che rifiutava i nostri messaggi. Lo spostamento di due settimane potrebbe andar bene. Purché siano rispettate le regole».