Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Uccelli e pesci non trovano cibo né riparo

Appello degli esperti a Brugnaro: «Salvi le barene»

- Lorenzini

A causa della devastazio­ne provocata dall’acqua alta e dalle bizze climatiche di questi giorni, in laguna anche gli animali hanno difficoltà a trovare del cibo. Uccelli e pesci sono a rischio.

VENEZIA La loro vita dipende dal cibo, da quei vermetti e invertebra­ti che popolano le barene della laguna. Barene che l’acqua alta ha sommerso per giorni. E così gli uccelli trampolier­i che hanno nelle lagune venete e nel Delta del Po la loro casa per giorni hanno incontrato non poche difficoltà a trovare cibo, dato che le barene sono rimaste sommerse a lungo. Insomma in laguna non è difficile trovare generi alimentari solo per i residenti, con negozi e supermerca­ti resi inagibili dall’acqua, frigorifer­i rotti, scorte andate ammollo, ma i problemi ci sono anche per gli animali. Si stima che siano alcune decine di migliaia gli uccelli trampolier­i della zona.

L’ornitologo e tecnico dell’Ispra, Lucio Panzarin, lancia l’allarme, in particolar­e per la colonia di 30mila piovanelli pancianera, un uccellino che vive vicino alle velme. «I piovanelli — spiega Panzarin — si nutrono dei vermi che trovano nelle velme. Se l’acqua si innalza tanto, come in questi giorni, per loro diventa difficile trovare cibo». Secondo l’esperto non è l’unico problema: una volta esaurita la fase dell’emergenza, bisognerà valutare se le mareggiate possano aver messo a rischio altre specie, come il fratino, specie a rischio, che nidifica al Lido e a Cavallino. Secondo Mauro Bon, del Museo di Storia Naturale, è difficile al momento sapere se i trampolier­i, non trovando cibo, si siano spostati in altri luoghi. Per capirlo si dovrà attendere l’inverno, con il nuovo censimento degli uccelli della laguna. «Certo sono stati giorni difficili per gli uccelli, di buono c’è che siamo ancora in fase di migrazioni quindi le specie che solitament­e svernano da noi al momento non sono ancora arrivate del tutto — dice Bon —. Forse i trampolier­i si sono spostati momentanea­mente nell’entroterra, per trovare cibo nei campi non allagati».

La marea eccezional­e ha sommerso per giorni anche le barene, protezioni naturali

della laguna e della città contro il moto ondoso e «casa» per molte specie ittiche in caso di violente mareggiate, come quella di martedì scorso, e

«mercato» per gli uccelli. A nome dell’«Associazio­ne risorse vitali», Massimo Parravicin­i lancia un appello al sindaco Luigi Brugnaro, chiedendo che vengano protette non solo la città ma anche le sue barene. «Molte specie sopravvivo­no grazie alle barene — spiega Parravicin­i — come le beccacce di mare, la pettegola, il beccapesci, il gabbiano corallino, il cavaliere d’Italia. Alcune sono specie protette e specie ittiche che dal mare entrano in laguna per proteggers­i, come passere di mare, go, anguille. Le barene vanno salvate perché le attività di pesca sono un indotto importante per la città». Parravicin­i chiede sforzi per salvare le barene, erose e scippate di sedimenti dalle onde e dall’acqua della settimana scorsa: «Andrebbero rialzate e ne andrebbero create di nuove».

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In difficoltà Il fratino, piccolo trampolier­e, e altre specie sono senza cibo

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