Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I Casalesi nei subappalti di Fincantieri
Gli affari dell’azienda legata al clan di Eraclea. Gaiatto e i soldi nascosti in Croazia
VENEZIA La Imperial Agency di Christian Sgnaolin, uno dei pochi veneti «doc» accusati di far parte del clan dei Casalesi di Eraclea, lavorava dentro Fincantieri, con le aziende di subappalto. Ma Sgnaolin, tramite alcuni agganci, era anche arrivato a parlare con alcuni vertici del colosso della cantieristica per un progetto di antinfortunistica. Dall’inchiesta spuntano poi le confessioni in carcere di Fabio Gaiatto: «Ho nascosto milioni di euro in Croazia con un prestanome».
VENEZIA Gli appalti e i subappalti all’interno di Fincantieri facevano gola al clan dei Casalesi di Eraclea. E la «testa di ponte» era la «Imperial Agency» di Christian Sgnaolin, uno dei pochi veneti «doc» accusati di far parte dell’associazione mafiosa. A rivelare i retroscena è Angelo Di Corrado, commercialista arrestato lo scorso 19 febbraio e di recente indagato anche nell’inchiesta del pm Giorgio Gava sullo sfruttamento degli operai bengalesi e albanesi, essendo consulente del lavoro di moltissime società dei subappalti. «Nel 2015 misi in contatto Sgnaolin con un commercialista referente delle società straniere di Fincantieri - ha raccontato al pm Roberto Terzo lo scorso 20 marzo - I due erano giunti a predisporre un progetto di formazione antinfortunistica da proporre alla società». Sgnaolin e il professionista, insieme a un altro avvocato triestino, si sarebbero anche incontrati con tre responsabili di Fincantieri: risorse umane, relazioni istituzionali e sicurezza. «Sgnaolin, poi, remunerava il commercialista con 5 mila euro al mese e in cambio lui procurava incarichi con le imprese subappaltatrici estere», ha aggiunto.
L’imprenditore sandonatese, sentito il 17 settembre, aveva peraltro ammesso i rapporti con Di Corrado. «Era bene introdotto in Fincantieri, era il commercialista di diverse società nonché socio occulto ha detto al pm Terzo - Con la Imperial Agency ho preso a lavorare intensamente con società subappaltatrici (...) Ho acquisito fiducia da parte di Fincantieri tramite la Alfservice
e ho iniziato a lavorare a Marghera e poi per tutti gli altri stabilimenti italiani». «Sgnaolin ha sempre lavorato per le società che operano dentro Fincantieri e riesce a ottenere assunzioni di persone anche invalide al 100 per cento», ha aggiunto Girolamo Arena, sentito a maggio. Un’altra imprenditrice aveva invece raccontato di aver saputo che gli albanesi per prendere i lavori a Marghera dovevano pagare una «tangente» a Di Corrado.
La Imperial Agency, peraltro, aveva incarichi anche a Eraclea. «Sgaolin mi disse che glieli aveva fatti avere il loro amico Mestre», dice Di Corrado, riferendosi all’ex sindaco, anche lui arrestato il 19 febbraio scorso con l’accusa di voto di scambio. Versione confermata dalla dirigente comunale competente: «Il sindaco Mestre mi riferì di contattare un certo Sgnaolin», ha raccontato agli inquirenti. E anche il comandante dei vigili di Eraclea, Domenico Finotto, ha riferito che la Imperial aveva stilato i piani di sicurezza di alcune sagre locali e che un parroco gli aveva detto che gli era stata consigliata da Mestre. Di Corrado rivela anche che il boss Luciano Donadio gli aveva confessato di «averlo sostenuto in tutti i modi nella campagna elettorale» (non solo dunque con il centinaio di voti risultati poi fondamentali) e di avergli anche fatto una cifra fantasmagorica: «Cinquantamila euro». Mestre proprio sabato è stato liberato: ieri era a casa, ma non ha voluto fare nessun commento.