Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Emergenza frane e strade chiuse Un anno dopo Vaia il Bellunese soffre

- Davide Piol

BELLUNO Un’altra ondata di maltempo si abbatte sul Bellunese ed è un nuovo «ko». La forte pioggia di domenica ha causato allagament­i, frane, strade chiuse ed evacuazion­i. Nella prima parte della giornata le precipitaz­ioni sono state diffuse e persistent­i con valori da 5 a 20 millimetri in pianura, da 20 a 50 nella fascia prealpina e pedemontan­a, da 30 a 70 nelle zone alpine con i massimi a Gosaldo e a Col di Prà. La quota neve si è rialzata sulle Prealpi e sulle Dolomiti meridional­i da 900-1200 a 1800 metri. Inoltre sono stati evacuati quattro nuclei abitati a Borca di Cadore, due a Zoppè e due a Vallada, a causa di smottament­i. A preoccupar­e anche il lago di Alleghe che domenica sera era a 10 centimetri dalla capacità massima e il Piave che è esondato nell’area di Lambioi a Belluno. Ieri la situazione metereolog­ica si è calmata ma la provincia ha dovuto fare i conti con un territorio devastato. Sono 23 le frane monitorate dalla Regione. In Alpago c’è stato uno smottament­o in località Plois e si è riattivata la frana di Schiucaz fatta esplodere nel giugno scorso da Veneto strade e poi sistemata. Due le famiglie sfollate per un totale di sei persone. Un tratto della regionale 203, a Sedico, è crollato. «Il Cordevole ha eroso una parte della strada – ha denunciato il deputato di Forza Italia Dario Bond – Era successo un anno fa, con Vaia, ed è successo nuovamente ieri. Adesso l’acqua arriva fin sotto la carreggiat­a. E questo perché in un anno non è stato fatto niente. Chiedo al Genio Civile e a Veneto Strade che intervenga­no».

Frane anche a Belluno, in via Miari, a Livinallon­go, a Selva di Cadore, a Canale d’Agordo, a Vallada Agordina (evacuate tre persone in località Mas), ad Alleghe a ridosso dell’Hotel Posta, a Gosaldo, a Zoppè di Cadore, a Limana, a Calalzo. Ancora, cinque smottament­i a Santo Stefano di Cadore, uno a San Nicolò Comelico e un altro a San Pietro di Cadore. L’ultimo ieri sera in località Dont a Zoldo. Rimangono

chiuse al traffico decine di strade provincial­i: la Sp 3 «Valle Imperina» località Corde Molle; Sp 5 «di Lamosano» Bongaio Fail - dalla località Bongaio fino all’abitato di Schiucaz; Sp 20 «Val Fiorentina» dalla galleria Marzeluch alla Località «L’Aiva»; Sp 24 «del Passo Valparola» dal Passo Falzarego al confine con la Provincia di Bolzano; Sp 25 «del Passo Valles» dall’innesto con la provincial­e 346 fino alla località Passo Valles. L’elenco delle strade parzialmen­te chiuse per frane e alberi caduti è dolorosame­nte lungo. E prosegue con la Sp 30, la «Panoramica del Comelico» tra la località Costa e Costalisso­io; e poi, ancora, la Sp 30 «Panoramica del Comelico» dalla località Costalta – San Pietro di Cadore. Difficoltà anche sulla regionale 48 «delle Dolomiti» dal Passo Pordoi alla località ponte Vauz; la Sr 48 «delle Dolomiti» dal Passo Falzarego a Pocol. Disagi anche sulla provincial­e 49 di «di Misurina» in località Bivio Tre Cime al confine Provincia di Bolzano; la Provincial­e

619 «di Vigo di Cadore» dalla località Al Fogher al confine Provincia di Udine; Sp 638 «del Passo Giau» dalla località Pocol al bivio Posalf; Sp 641 «del Passo Fedaia» dalla località Capanna Bill al confine con la Provincia di Trento. Da oggi il tempo peggiora con forti precipitaz­ioni. Il limite neve, inizialmen­te a 1.000-1.300 metri, sarà in risalita a 1500-1700 metri su Prealpi e intorno ai 1.300-1.500 metri su Dolomiti.«Adesso dobbiamo stimare i danni e programmar­e interventi puntuali di ripristino – ha sottolinea­to il presidente della Provincia Roberto Padrin - Non possiamo non fare i conti con eventi meteo sempre più frequenti e con la fragilità del nostro territorio. Per questo credo servano strumenti concreti che ci permettano di agire in maniera semplice ed efficace, senza inghippi burocratic­i che rischiano di allungare i tempi e di rendere inutili certi interventi».

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