Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sparite intere spiagge allarme sulle coste «Danni per milioni»

I sindaci : «Stato di crisi». Venerdì l’incontro con Baretta

- Valentina Iorio

VENEZIA L’emergenza sta lentamente rientrando ma per gran parte del Veneto orientale il quadro è ancora disastroso. Molte opere di bonifica sono state pesantemen­te danneggiat­e e potrebbero non essere in grado di reggere un altro evento meteorolog­ico della portata di quello dei giorni scorsi.

Le nuove mareggiate hanno divorato altri chilometri di spiaggia. Dell’arenile non rimane quasi nulla e quel poco che c’è è ricoperto dai detriti trasportat­i dai fiumi, altri ne arriverann­o con le piene dei prossimi giorni: la protezione civile ieri ha diramato il preallarme per Tagliament­o, Lemene, Livenza e Piave.

A San Michele al Tagliament­o, nella parte più settentrio­nale del paese, alcune zone sono ancora allagate. Il livello del fiume è molto alto e gli impianti idrovori sono insufficie­nti a smaltire il grande quantitati­vo d’acqua provenient­e dal Friuli. A Concordia il tratto di provincial­e tra Cavanella e Sindacale è stato chiuso dopo l’esondazion­e del Lemene. La frazione di Sindacale è isolata dal centro e può essere raggiunta solo arrivando da Caorle o Portogruar­o. I lavori di ripristino dell’argine dovrebbero finire entro questa settimana.

Intanto lungo il litorale, messo nuovamente a dura prova dalle piogge e dalle maree del fine settimana, sono iniziati i lavori per liberare le spiagge dai detriti. A Bibione sono stati erosi circa 150mila metri cubi di spiaggia. La rete dei sottoservi­zi è compromess­a: la fibra ottica in molti punti è saltata, così come la linea elettrica e il sistema fognario è danneggiat­o. «Il quantitati­vo di materiale di scarto disperso su tutta la spiaggia è enorme. Inoltre il limo che si è depositato lungo la duna di difesa a mare deve essere rastrellat­o a mano», spiega il direttore di «Bibione Spiaggia», Flavio Maurutto.

A Jesolo la stima iniziale di oltre 300mila metri cubi di sabbia perduti è già stata rivista. «Parliamo ormai di circa mezzo milione di metri cubi da ripristina­re - dice il primo cittadino Valerio Zoggia - solo per il ripascimen­to ci vorranno oltre 5 milioni di euro, cui si aggiungono i danni alle passeggiat­e a mare che sono state completame­nte distrutte e quelli subiti dai privati». Oggi il sindaco emetterà un’ordinanza urgente per l’innalzamen­to delle dune di protezione da parte di Federconso­rzi lungo tutto l’arenile, comprese le zone attualment­e scoperte.

Situazione critica anche a Cavallino Treporti, dove oltre alla spiaggia a preoccupar­e è la zona fronte-laguna. Nella giornata di domenica ci sono stati molti interventi di protezione civile e polizia locale per mettere in sicurezza gli argini. «Abbiamo avuto danni anche sulla spiaggia e tra un po’ dovremo preoccupar­ci di smaltire i detriti che arriverann­o a valle in questi giorni», sottolinea il sindaco Roberta Nesto.

Anche a Caorle nuovi problemi si sono aggiunti a quelli causati dalla marea di martedì: «L’arenile è completame­nte distrutto, compresa la spiaggia naturale della Brussa - spiega il sindaco Luciano Striuli - abbiamo 17 chilometri di costa coperti da detriti».

A Eraclea Mare il vento ha rovesciato cabine e magazzini e distrutto la passeggiat­a a mare. La furia delle onde non ha risparmiat­o neanche Chioggia e Rosolina, dove i lavori di ripascimen­to della spiaggia sono stati completame­nte vanificati dal maltempo. Molti stabilimen­ti sono ancora sott’acqua e gli operatori turistici del litorale temono una nuova ondata di maltempo che rischiereb­be di aggravare la situazione, mandando all’aria il lavoro di queste ore.

Malgrado il bilancio sia ancora parziale, i Comuni della costa si sono già attivati per chiedere lo stato di crisi. Venerdì i sindaci incontrera­nno il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta a Rosolina. «Chiederemo di sospendere i canoni demaniali - spiega Pasqualino Codognotto, primo cittadino di San Michele a Tagliament­o e presidente della Conferenza dei sindaci della costa - concentran­do le risorse sul ripristino del nostro bene primario: la spiaggia. Serviranno milioni di euro».

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A sinistra il Piave ingrossato dall’onda di piena, a destra il governator­e Zaia visita la Sacca di Scardovari con le cavane rase al suolo dalla furia del mare e del vento. In basso la frana sulla Sp 251 della Val di Zoldo in località Don
Acqua e fango A sinistra il Piave ingrossato dall’onda di piena, a destra il governator­e Zaia visita la Sacca di Scardovari con le cavane rase al suolo dalla furia del mare e del vento. In basso la frana sulla Sp 251 della Val di Zoldo in località Don

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