Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Gaiatto mi ha confidato che i soldi sono in Croazia Li tiene un prestanome»
Malta e Cipro
Il broker voleva ripartire appena scarcerato
VENEZIA Il «filone Gaiatto» c’era già nell’inchiesta sui Casalesi di Eraclea e ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di Claudio Casella, ex carabiniere divenuto immobiliarista a Caorle, che insieme al boss Luciano Donadio, al faccendiere Samuele Faè e ad altri scagnozzi del clan sono accusati di estorsione mafiosa nei confronti del sedicente broker di Portogruaro. Faè aveva infatti affidato 7 milioni di euro a Gaiatto, la cui origine è ancora poco chiara: lui, a verbale, ha detto che erano suoi, perché commerciava metalli che vendeva alle Acciaierie
Valbruna di Vicenza e «sfruttava» la liquidità che gli derivava dai 60 giorni di ritardo nei pagamenti; altri testimoni hanno però detto che una parte era di Donadio, che infatti poi partecipa alle minacce per riaverli. Circostanza confermata pure dal commercialista Angelo Di Corrado, ritenuto anch’egli affiliato al clan, che ha raccontato al pm Roberto Terzo lo scorso marzo che in più occasioni il boss gli aveva parlato dell’investimento. «La terza volta, nell’estate del 2018, Donadio con toni drammatici mi confidò che si trovava nei guai per colpa di Gaiatto che non rimborsava più nulla», ha spiegato.
Ma una coincidenza ha poi voluto che, dopo l’arresto del 19 febbraio, Di Corrado sia finito nel carcere di Tolmezzo, lo stesso in cui è detenuto Gaiatto, che per la maxi-truffa del Forex (oltre tremila vittime, da cui aveva raccolto 72 milioni di euro) è stato condannato a 15 anni e 4 mesi. «Qualche giorno dopo l’arresto fui avvicinato da un uomo basso di corporatura robusta», ha raccontato Di Corrado. Gaiatto si confida con il commercialista, secondo quanto racconta quest’ultimo. E spiega inizialmente di essere stato truffato dal suo vecchio commercialista – versione che aveva dato anche ai «napoletani» che lo avevano preso d’assalto, «per distrarne l’attenzione» – salvo poi ammettere una realtà diversa: «Ho distratto parte del denaro attraverso il mio commercialista con studio a Pola, che attualmente lo detiene», avrebbe detto Gaiatto.
E sempre secondo il racconto di Di Corrado, il broker non avrebbe perso il vizio e sarebbe pronto a tornare in pista, come peraltro dimostravano le intercettazioni in carcere con i parenti. «Ha detto che avrebbe intenzione di ricominciare questa attività non appena scarcerato usando il denaro messo da parte ha detto l’indagato - e mi ha proposto di aiutarlo ad aprire una società finanziaria a Malta e Cipro». (a. zo.)