Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Spinea, dieci anni di vessazioni psicologic­he, poi la svolta: bengalese arrestato

- Eleonora Biral

SPINEA Dieci anni di insulti e vessazioni psicologic­he. Dieci anni di botte, minacce di morte e violenze sessuali. In tutto questo tempo, temendo che il marito si vendicasse, non aveva mai trovato il coraggio di denunciare. Solo la figlia, una volta compiuti 18 anni, ha deciso di uscire allo scoperto e chiedere aiuto. Ha raggiunto la caserma dei carabinier­i e ha raccontato tutto, coinvolgen­do anche la mamma e dandole la forza per ricomincia­re. Ha parlato di terrore, di una situazione divenuta ormai incontroll­abile, di un incubo che finalmente è finito. Sabato i militari hanno arrestato il compagno della donna, D.H., 40enne bengalese, e lo hanno portato in carcere e da quel giorno per lei e per la figlia è cominciata una nuova vita.

Mamma e figlia, che vivono a Spinea, dal 2007 per dieci anni ogni giorno hanno dovuto fare i conti con le minacce e le botte dell’uomo. Le aggression­i avvenute in tutto questo tempo sarebbero centinaia, se si considera l’intero periodo prima della denuncia della ragazzina, che risale al 2017. Calci, pugni, mobili lanciati contro la moglie e contro la giovane, piatti, bicchieri, vetrate e porte rotte, tutto ciò che gli capitava a tiro glielo gettava contro per colpirle. Qualche volta mamma e figlia si sono trovate un coltello puntato e in più occasioni, stando alla denuncia della compagna, il 40enne l’avrebbe costretta a subire dei rapporti sessuali. L’uomo la intimidiva, minacciava di ucciderla e in questo modo la obbligava ad accettare le violenze. Denunciare, di fronte a una situazione che sarebbe potuta precipitar­e da un momento all’altro, per la donna non è stato facile. Tanto che solo quando la figlia ha compiuto diciotto anni, in due si sono fatte forza e hanno deciso di uscire allo scoperto. Sabato, quando sono andati ad arrestarlo, i carabinier­i di Spinea nell’abitazione durante la perquisizi­one hanno trovato una serie di oggetti che venivano usati come arma dall’uomo per costringer­e moglie e figlia a subire aggression­i e vessazioni psicologic­he, sottoponen­dole a un vero e proprio regime di terrore domestico. Il marito adesso è in carcere e dovrà scontare una condanna per maltrattam­enti e violenza sessuale a quattro anni.

Come lui, nei giorni scorsi un altro marito violento è stato arrestato. Si tratta di uno jesolano di 46 anni, accusato di aver più volte aggredito la compagna. Botte, insulti continui, minacce, il tutto di fronte ai due figli minorenni, obbligati ad assistere ai maltrattam­enti e impotenti di fronte a ciò che vedevano. La donna, negli ultimi mesi, è stata costretta a richiedere più volte l’intervento del 113 per le continue liti con il 46enne il quale, in molte occasioni, dopo aver alzato un po’ troppo il gomito la aggrediva e minacciava. Non è stato facile per gli investigat­ori, perché l’uomo prima del loro arrivo spesso scappava. Sono stati numerosi i sopralluog­hi per le richieste di aiuto della donna, la quale è riuscita infine, con precisione, a ricostruir­e e denunciare i singoli episodi di cui è stata vittima. Il 46enne è stato arrestato dagli uomini del commissari­ato di Jesolo e portato in carcere.

● Le ha picchiate e minacciate a ripetizion­e nel corso degli anni. A più riprese il loro volto riportava i gonfiori e le tumefazion­i di una violenza incontroll­ata. Nel pomeriggio di sabato i carabinier­i di Spinea hanno arrestato H.D., 40enne bengalese, per il reato di maltrattam­enti familiari

A Jesolo Botte e insulti davanti ai bambini: l’uomo in carcere

● Un altro uomo di 46 anni è stato arrestato a Jesolo accusato di aver aggredito più volte la compagna davanti ai figli

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