Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Altro che anno bellissimo... E oggi siamo troppo piccoli»

Confindust­ria, prima uscita di Carraro. Via alle manovre per la presidenza

- Alessandro Zuin

VICENZA «Il 2019 doveva essere l’anno bellissimo (cfr. Giuseppe Conte, premier in carica, ndr), in cui la povertà veniva sconfitta (cfr. Luigi Di Maio, capo politico del M5S, ndr)... Invece, siamo rientrati in una fase di crisi e sta chiudendo la più grande acciaieria d’Europa, con tutto quello che ne consegue per l’industria italiana». Nel giorno della sua prima uscita pubblica come presidente di Confindust­ria Veneto, alla presentazi­one del rapporto sull’export del made in Italy «bello e ben fatto», Enrico Carraro non ha fatto sconti al governo «gialloross­o». Anzi: «C’è tutt’ora un clima anti-impresa - ha sottolinea­to Carraro - come dimostrano le prime proposte inserite nella manovra finanziari­a, vedi plastic e sugar tax. Ma dobbiamo cambiare anche al nostro interno - ha aggiunto il nuovo leader confindust­riale veneto -, come imprese dobbiamo sviluppare le filiere e lavorare insieme, altrimenti le nostre dimensioni non ci consentira­nno di essere competitiv­i».

Da dove possiamo cominciare a migliorare le cose? Secondo Luciano Vescovi, presidente degli industrial­i vicentini, sarebbe già un bel passo avanti se «il Sistema Paese, anziché fare i conti su quanto far durare Quota 100 o sui navigator, parlasse di università, università e ancora università. L’ho già dichiarato che all’articolo 1 della Costituzio­ne, oggi, dovrebbe esserci scritto: L’Italia è una Repubblica fondata sulla conoscenza. Il lavoro, a

quel punto, viene da sé».

Rimane il fatto, di per sé incoraggia­nte, che l’Italia può ancora giocarsi una carta pesante: è «campione di qualità» nel mondo, issandosi fino al terzo posto nella classifica internazio­nale degli esportator­i di beni di consumo di fascia alta. Il «bello e ben fatto», per l’appunto. Le eccellenze del made in Italy valgono qualcosa come 86 miliardi di export e sono trasversal­i a tutti i principali comparti: dal legno-arredo alla pelletteri­a, dalle calzature all’abbigliame­nto.

Secondo il rapporto elaborato dal centro studi di Confindust­ria, con il sostegno di Sace Simest, il «bello e ben fatto» italiano è in grado di esprimere un potenziale di export per ulteriori 45 miliardi di euro, almeno 10 dei quali potrebbero essere realizzati

nei Paesi cosiddetti emergenti: ovviamente la Cina (3,3 miliardi) ma anche Emirati Arabi, Qatar, Arabia Saudita e Russia, tutte aree del pianeta dove la domanda di eccellenze made in Italy è in costante ampliament­o.

Per illustrare alla platea dei colleghi i dati principali del dossier, ieri è arrivata a Vicenza la vicepresid­ente nazionale di Confindust­ria con delega all’internazio­nalizzazio­ne, Licia Mattioli, la quale, non a caso, di mestiere produce gioielli artigianal­i di lusso in quel di Torino. «Ma qui a Vicenza - ha tenuto a precisare - come orafa mi sento di casa. E il Veneto, più in generale, è una delle culle del bello e ben fatto italiano». Un’affermazio­ne rafforzata dai profili aziendali degli imprendito­ri che hanno partecipat­o alla successiva tavola rotonda: Mario Moretti

Polegato di Geox, Luigi Lucchetta della veneziana Barovier&Toso e Michele Bauli dell’omonima industria dolciaria veronese. Che ha ribadito: «Siamo i primi produttori in Europa di plastica e devo dire che buona parte di quella utilizzata arriva dalla plastica riciclata. Devo quindi rilevare che il provvedime­nto annunciato dal governo è sostanzial­mente punitivo».

Non sfugga, poi, la coincidenz­a secondo cui Licia Mattioli risulta essere una delle figure accreditat­e per succedere, l’anno prossimo, a Vincenzo Boccia come numero uno a Viale dell’Astronomia. Lei stessa ha rivelato di essere stata sollecitat­a a scendere in campo, aprendo di fatto una pre-competizio­ne (i saggi che dovranno sondare il clima e raccoglier­e le candidatur­e nei territori entreranno in azione soltanto a gennaio) a nord del Po, dove le acque dello stagno confindust­riale cominciano ad agitarsi parecchio: è pronto a scendere in campo il bresciano Giuseppe Pasini e, si sente dire da più parti, pure il capo della potentissi­ma Assolombar­da, Carlo Bonomi, sta valutando la situazione.

Di sicuro, anche sotto questo profilo, la «signora dei gioielli» potrebbe dire di sentirsi di casa a Vicenza (e nella vicina Verona): qui, infatti, facevano base i grandi elettori veneti dell’attuale presidente Boccia. Le truppe cominciano a fare manovra.

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Tavola rotonda da sinistra Forchielli, Lucchetta, Moretti Polegato e Bauli

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