Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La giunta taglia ancora la tassa rifiuti

Venezia, nel 2020 la Tari scende. In due anni per le famiglie risparmi fino al 21%

- Costa

VENEZIA Nel 2018 una famiglia di tre persone pagava 348 euro di imposta rifiuti, nel 2019 si è scesi a 337. Per il 2020: una famiglia su tre pagherà 285 euro, quasi il 18 per cento in meno. La giunta ha deciso di continuare e aumentare la riduzione iniziata lo scorso anno sulla tassa rifiuti, un taglio che favorisce le famiglie, i negozi di vicinato e il piccolo commercio. Nel 2020 l’ulteriore riduzione sarà del 16% per i privati (in media) e del 3% per cento per i commercial­i.

VENEZIA Nel 2018 una famiglia di tre persone pagava 348 euro di imposta rifiuti, nel 2019 si è scesi a 337. Per il 2020 ci sarà un ulteriore taglio: una famiglia su tre pagherà 285 euro, quasi il 18 per cento in meno. E, per le attività commercial­i, il taglio è ancora più consistent­e: un panificio da 90 metri quadri passerà da 2.061 euro a 1.395, un ortofrutta delle stesse dimensioni addirittur­a da 6.890 a 4.671, risparmian­do in due anni quasi 2.220 euro. «Anche nel 2020, come nel 2019, riusciremo a ridurre di nuovo e anzi maggiormen­te la pressione fiscale sui cittadini di Venezia, attraverso una tassa generalizz­ata come la Tari. E in tutto il territorio comunale, visto che siamo una città unica». L’assessore al Bilancio Michele Zuin si prepara a un mese di lunghe discussion­i per il previsiona­le 2020-2022, ma intanto dice di voler partire con il piede giusto, con un «segnale importante, in questo momento di difficoltà».

La giunta ha deciso di confermare e aumentare la riduzione iniziata lo scorso anno sulla tassa rifiuti, un taglio che favorisce le famiglie, i negozi di vicinato e il piccolo commercio. Rispetto al 2019, quando le tariffe erano state abbassate del 2,7 per cento per tutte le tariffe domestiche, del 30 per cento per i negozi di vicinato e del 20 per cento per il piccolo commercio (gli esercizi commercial­i fino ai 100 metri quadrati), nel 2020 si somma un’ulteriore riduzione del 16 per cento per i privati (in media) e del 3 per cento per i commercial­i. Oltretutto anche la norma sui cento metri quadri è stata rivista: se lo scorso anno sopra questa superficie-soglia non si aveva diritto ad alcun taglio, ora la riduzione interessa tutti, ma la metratura oltre i primi 100 mq sarà tassata normalment­e. L’operazione è resa possibile da quasi nove milioni di euro che Ca’ Farsetti ha previsto di incamerare da turismo e lotta all’evasione: il futuro contributo d’accesso è stimato in un incasso di 5,5 milioni (contro i 4 stimati l’anno scorso), ma non tutti i soldi saranno destinati alla Tari, visto che a Roma è stato deciso di spostare a carico del bilancio comunale derattizza­zione, disinfesta­zione e pulizia caditoie, che prima venivano coperti con la tassa rifiuti: «Noi comunque evitiamo di farli pesare ai cittadini, visto che li pagheremo con i proventi turistici», specifica Zuin. Si parla quindi di 2,7 milioni dal turismo, 2,8 milioni recuperati dall’evasione passata, 1,5 milioni da quella futura e 1,8 dagli aumenti di superficie (compresa quella evasa in passato, sanzionata e ora da pagare regolarmen­te). A bilancio il Comune stima poi di ottenere dall’imposta di soggiorno 36 milioni del 2020, contro i 34 del 2019, forse grazie ai nuovi alberghi aperti nel corso dell’anno.

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