Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Moraglia: «Ripensare Venezia statuto speciale non divisione Di notte è la città dei morti»
VENEZIA Uno statuto speciale per Venezia, perchè il turismo non la trasformi in «città fantasma». A lanciare un appello è il Patriarca, monsignor Francesco Moraglia, ieri mattina a Padova per inaugurare il quindicesimo anno di attività della Facoltà teologica del Triveneto. «Noi veneziani siamo abituati a vivere con l’acqua alta – ha detto Moraglia - quello che ci preoccupa è che l’acqua alta sta diventando un fenomeno che prende proporzioni non conosciute nel passato. Poi ci sono dei comportamenti cittadini che dovremmo valutare, pensando che non si può ottenere tutto da un territorio che deve essere rispettato, perché Venezia è fragile e non si può spremere come un limone».
Domenica scorsa Moraglia, da una Piazza San Marco allagata, si era già espresso sull’industria turistica che sopravvaluta la sostenibilità di Venezia. «Il lavoro deve essere commisurato al territorio – ha spiegato - Dovremmo pensare Venezia in modo diverso: quando chiedo uno statuto speciale, non chiedo nessuna forma di autonomia o di separazione, ma semplicemente di riconoscere che Venezia è una realtà diversa rispetto alle altre città, e quindi per essere giusti va trattata diversamente. Questo non vuol dire che dobbiamo portare a casa più soldi degli altri, sto facendo un discorso di rispetto di questa realtà. Se così non facciamo Venezia diventerà una specie di Pompei». Il rischio è diventare città fantasma. «Zone di Venezia anche adiacenti a piazza San Marco appaiono deserte nel giro di cinque minuti, è un po’ una città disabitata, la città dei morti». Questa estate il turismo aveva già oltrepassato i limiti. «A inizio giugno e inizio luglio abbiamo sfiorato l’irreparabile. Venezia non può avere un’agenda di bollini rossi. Dal ‘36 al ‘51 c’è stato un solo superamento di 145-147 cm di acqua alta, nel 2018 questo sforamento avviene tre volte in un anno: ci sono campanelli d’allarme che vanno ascoltati. E’ terminata l’emergenza immediata, ma la sfida che noi abbiamo è quella di ripensare la città». Moraglia non ha paura di dire come la pensa ai po
"Aneddoto A Pasqua ci ho messo 45 minuti da San Marco agli Apostoli
litici: «Ho parlato col cuore in mano a Conte, Franceschini, Lamorgese e Casellati. Il problema sono i prossimi ottobre-novembre, perché prima del 31 dicembre 2021 il Mose non sarà pronto: saranno due autunni/inverni preoccupanti, anche perché la gente è esasperata. La corda si sta strappando». La gestione delle presenze, secondo Moraglia, è ormai fondamentale. «La domenica dopo Pasqua sono andato a dare la cresima nella chiesa dei Santi Apostoli – ha ricordato il Patriarca - camminando normalmente sono 1011 minuti da piazza San Marco: non sono bastati 45 minuti per il tragitto, perché eravamo continuamente fermi per il flusso di persone». Soo temi che ieri pomeriggio Moraglia ha in parte ripreso inaugurando il ponte votivo per la Festa della Madonna della Salute.
Il Patriarca presiederà la Messa solenne di giovedì 21 novembre, alle ore 10, nella Basilica della Salute a Venezia e guiderà il pellegrinaggio diocesano dei giovani in programma stasera, dalle ore 18.15 con ritrovo in Piazza San Marco.