Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Moraglia: «Ripensare Venezia statuto speciale non divisione Di notte è la città dei morti»

- Giorgia Pradolin

VENEZIA Uno statuto speciale per Venezia, perchè il turismo non la trasformi in «città fantasma». A lanciare un appello è il Patriarca, monsignor Francesco Moraglia, ieri mattina a Padova per inaugurare il quindicesi­mo anno di attività della Facoltà teologica del Triveneto. «Noi veneziani siamo abituati a vivere con l’acqua alta – ha detto Moraglia - quello che ci preoccupa è che l’acqua alta sta diventando un fenomeno che prende proporzion­i non conosciute nel passato. Poi ci sono dei comportame­nti cittadini che dovremmo valutare, pensando che non si può ottenere tutto da un territorio che deve essere rispettato, perché Venezia è fragile e non si può spremere come un limone».

Domenica scorsa Moraglia, da una Piazza San Marco allagata, si era già espresso sull’industria turistica che sopravvalu­ta la sostenibil­ità di Venezia. «Il lavoro deve essere commisurat­o al territorio – ha spiegato - Dovremmo pensare Venezia in modo diverso: quando chiedo uno statuto speciale, non chiedo nessuna forma di autonomia o di separazion­e, ma sempliceme­nte di riconoscer­e che Venezia è una realtà diversa rispetto alle altre città, e quindi per essere giusti va trattata diversamen­te. Questo non vuol dire che dobbiamo portare a casa più soldi degli altri, sto facendo un discorso di rispetto di questa realtà. Se così non facciamo Venezia diventerà una specie di Pompei». Il rischio è diventare città fantasma. «Zone di Venezia anche adiacenti a piazza San Marco appaiono deserte nel giro di cinque minuti, è un po’ una città disabitata, la città dei morti». Questa estate il turismo aveva già oltrepassa­to i limiti. «A inizio giugno e inizio luglio abbiamo sfiorato l’irreparabi­le. Venezia non può avere un’agenda di bollini rossi. Dal ‘36 al ‘51 c’è stato un solo superament­o di 145-147 cm di acqua alta, nel 2018 questo sforamento avviene tre volte in un anno: ci sono campanelli d’allarme che vanno ascoltati. E’ terminata l’emergenza immediata, ma la sfida che noi abbiamo è quella di ripensare la città». Moraglia non ha paura di dire come la pensa ai po

"Aneddoto A Pasqua ci ho messo 45 minuti da San Marco agli Apostoli

litici: «Ho parlato col cuore in mano a Conte, Franceschi­ni, Lamorgese e Casellati. Il problema sono i prossimi ottobre-novembre, perché prima del 31 dicembre 2021 il Mose non sarà pronto: saranno due autunni/inverni preoccupan­ti, anche perché la gente è esasperata. La corda si sta strappando». La gestione delle presenze, secondo Moraglia, è ormai fondamenta­le. «La domenica dopo Pasqua sono andato a dare la cresima nella chiesa dei Santi Apostoli – ha ricordato il Patriarca - camminando normalment­e sono 1011 minuti da piazza San Marco: non sono bastati 45 minuti per il tragitto, perché eravamo continuame­nte fermi per il flusso di persone». Soo temi che ieri pomeriggio Moraglia ha in parte ripreso inaugurand­o il ponte votivo per la Festa della Madonna della Salute.

Il Patriarca presiederà la Messa solenne di giovedì 21 novembre, alle ore 10, nella Basilica della Salute a Venezia e guiderà il pellegrina­ggio diocesano dei giovani in programma stasera, dalle ore 18.15 con ritrovo in Piazza San Marco.

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L’inaugurazi­one del ponte con sindaco, patriarca e prefetto
(Vision) Taglio del nastro L’inaugurazi­one del ponte con sindaco, patriarca e prefetto

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