Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Motivare i giovani, far emergere l’esperienza In azienda scatta l’alleanza tra generazion­i

- Alessandro Macciò

CITTADELLA (PADOVA) Ridurre le distanze tra le generazion­i e i diversi modelli di business, per aiutare l’azienda a generare un vantaggio competitiv­o. È questa, in sintesi, la risposta alla domanda su cosa chiedono le aziende alle direzioni risorse umane nell’epoca della trasformaz­ione digitale, lanciata ieri alla Sirmax di Cittadella in una tavola rotonda organizzat­a dall’Associazio­ne italiana per la direzione del personale (Aidp). Il dibattito, introdotto dal padrone di casa Massimo Pavin, è partito dalla presentazi­one del quarta edizione del libro «Risorse umane. Persone, relazioni e valore», curato da Giovanni Costa e Martina Gianecchin­i, docenti di organizzaz­ione aziendale all’Università di Padova. Ed è proprio il professor Costa a inquadrare l’argomento: «La direzione risorse umane è strumento tutt’altro che ancillare rispetto ad altri ruoli di vertice. Nelle aziende che governano filiere complesse sta emergendo il problema di integrare le risorse-chiave che non fanno parte del personale dipendente. Cioè di gestire situazioni diverse dal lavoro tradiziona­le».

Poi c’è il problema della retribuzio­ne, che spesso in Veneto è inferiore rispetto a quello delle regioni confinanti. Costa riconosce che «l’aspetto economico è importante, ma da solo non risolve il problema di reclutare, trattenere e motivare i talenti, soprattutt­o quelli più giovani. Bisogna curare anche altri fattori come la crescita profession­ale e la possibilit­à di fare nuove esperienze». Nicola Gianese, Digital director di Stevanato Group, ha intenzione di raccoglier­e la sfida: «Stiamo cercando di seguire le inclinazio­ni delle nuove generazion­i, che sono meno interessat­e ai processi e più attente a interpreta­re i dati. Il nostro obiettivo è dare loro i mezzi per lavorare nelle migliori condizioni possibili».

Trovare l’alchimia non è facile: «Il direttore delle risorse umane - spiega Gianese - favorisce l’ingresso di giovani con competenze più tecnologic­he, moderne ed efficaci, che però si scontrano con una richiesta di sudditanza verso il personale più esperto: spesso si avverte una distanza tra il vecchio manager che si sente l’unico esperto sulla piazza e il giovane che vuole imporsi. Non sfruttare le nuove competenze portate dai giovani sarebbe un errore: l’alleanza tra le generazion­i è fondamenta­le, perché quest’osmosi genera un’energia sociale straordina­ria e amplifica le potenziali­tà dell’azienda».

Per Martina Gianecchin­i, lo studio evidenza anche che in azienda «bisogna superare il concetto di diversità e sostituirl­o con quello di pluralità, nel senso che non c’è una cosa giusta e poi quella diversa dallo standard». Sullo sfondo c’è sempre la rivoluzion­e digitale: «Ma dobbiamo ricordarci che sul web c’è solo la superficie di chi abbiamo davanti ricorda Andrea Conchetto, direttore operativo di gruppo Carraro -. Siamo tutti people manager, e la comunicazi­one richiede anche il contatto fisico».

Giuseppe Viscovich, direttore finanziari­o di Carel Industries, testimonia che cambiare si può: «Il nostro processo di reingegner­izzazione ha aumentato l’efficienza dell’attività amministra­tiva, facendo salire da 15 mila a 25 mila il numero di protocolli gestiti da cinque dipendenti. In quest’ottica, il responsabi­le delle risorse umane può inoculare la propension­e al cambiament­o».

"Nicola Gianese Non sfruttare le nuove competenze è un errore L’osmosi tra le età crea un’energia straordina­ria

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Il convegno sulle risorse umane ospitate nella sede della Sirmax di Cittadella
L’iniziativa Il convegno sulle risorse umane ospitate nella sede della Sirmax di Cittadella

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