Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Senza il Patto di Stabilità crescono del 23% gli investimen­ti

- DAL NOSTRO INVIATO

AREZZO Grazie al superament­o del Patto di stabilità e allo sblocco degli avanzi di amministra­zione, tornano a crescere gli investimen­ti nei Comuni del Veneto. I sindaci, però, chiedono semplifica­zioni burocratic­he e assunzioni di personale, solo così, spiegano, gli enti locali potranno essere davvero volano di sviluppo e crescita economica. Lo studio, condotto da Anci e Ance (la sigla dei costruttor­i), è stato presentato ieri, durante un convegno nell’ambito dell’assemblea nazionale dell’Anci stessa: l’abolizione dei vincoli di finanza pubblica (ex Patto di stabilità) ha prodotto nel periodo tra gennaio e settembre 2019 un aumento della spesa per investimen­ti nel Veneto di circa il 23%, un dato positivo ma tra i più bassi delle Regioni del Nord (Liguria, Lombardia e Piemonte sono sopra il 30%). Questo perché vi sono altri fattori che condiziona­no l’impiego delle risorse disponibil­i come la complessit­à del codice dei contratti, della contabilit­à, le problemati­che legate al turnover del personale. Lo studio, inoltre, sottolinea come la ripresa non assicuri un ritorno al livello di investimen­ti del 2008. In 10 anni infatti si è registrata una contrazion­e degli investimen­ti comunali di circa 10 miliardi. E nello stesso arco temporale la spesa in conto capitale è passata da 1,3 miliardi di euro circa del 2008 ai 695 milioni del 2018 per una riduzione del 49,8%. «Lo sblocco degli avanzi di amministra­zione rappresent­a un punto di partenza e non un punto di arrivo» dicono la presidente di Anci Maria Rosa Pavanello e il presidente di Ance, Paolo Ghiotti. (ma.bo.)

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