Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Industriali, nuovo siluro al governo
Vicenza, Vescovi duro: il peggiore di sempre. Il sottosegretario Baretta: critiche fuori misura
VICENZA La fiducia degli imprenditori vicentini è al minimo storico. Lo dice uno studio di Confindustria Vicenza , che soprattutto per quel che riguarda la valutazione sullo stato dell’economia fra sei mesi tocca il punto più basso dal 2015. È da questo studio che parte l’attacco del presidente Luciano Vescovi. Un vero e proprio siluro al governo: «Va bocciato, sta continuando nel solco del masochismo anti-industriale, tra l’altro nel secondo Paese più manufatturiero d’Europa». La replica del sottosegretario all’Economia, il veneto Pier Paolo Baretta, non si fa attendere: «Critiche fuori misura. Vescovi non tiene conto di quanto abbiamo fatto».
VICENZA È durata un paio di mesi la «tregua» di Confindustria con il governo M5s-Pd. Tregua che era stata sancita lo scorso 21 settembre nel corso dell’Assemblea annuale, con il ministro allo Sviluppo economico, il grillino Stefano Patuanelli, ospite nella «fosse dei leoni» degli industriali veneti, che si era impegnato a dialogare meglio con le imprese, ammettendo che nella precedente esperienza di governo, quella con Lega-M5s al timone dell’esecutivo, «qualche errore era stato commesso». Il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi, in quell’occasione disse che il «Conte 1» meritava «un 4», auspicando che «Quota 100, Reddito di cittadinanza e Decreto Dignità» venissero subito cancellati.
Ieri, lo stesso Vescovi, prendendo spunto da uno studio condotto dall’équipe di Andrea Beretta Zanoni, professore ordinario di strategia aziendale all’Università di Verona, sul «sentiment» degli imprenditori berici in riferimento allo stato di salute dell’economia, ha rincarato la dose, bocciando in maniera inequivocabile anche l’operato del «Conte bis». Lo studio dice che la fiducia degli imprenditori vicentini rimane in zona negativa. Anzi, da luglio 2015, ovvero da quando si effettua il rilevamento, il combinato disposto sullo stato attuale (secondo dato peggiore di sempre) e sulla previsione a 6 mesi (dato peggiore in assoluto) tocca il minimo storico.
«Dopo oltre un anno di stagnazione - le parole del presidente Vescovi - e un clima di sfiducia degli imprenditori, da cui dipendono investimenti e occupazione, da allarme rosso non possiamo non affermare che la politica economica e industriale del nuovo governo sia stata fortemente bocciata dai nostri imprenditori. Questo governo prosegue sulla strada drammatica intrapresa dal precedente». Un attimo di pausa e poi Vescovi rincara la dose. «Anzi - dice - sta facendo forse peggio. Perché non solo non c’è una politica industriale , ma si stanno facendo danni ulteriori». Ribadendo che Quota 100, Rdc e Decreto Dignità «sono ancora lì», il presidente di Confindustria Vicenza aggiunge che «il ritorno dello statalismo è ai massimi storici, con lo Stato che non mantiene le promesse e pensa di nazionalizzare aziende decotte. Un vero masochismo anti-industriale del secondo Paese più manufatturiero d’Europa».
Vescovi non si ferma a questo e accusa il governo di «considerare l’imprenditore come un criminale a prescindere», riferendosi al decreto fiscale che contiene il provvedimento del «carcere agli evasori». Quanto alla Manovra 2020, è tranchant: «L’importo globale - dice - Iva esclusa, è irrilevante. Crediamo che tutte le manovre di fine anno, nel prossimo quinquennio, saranno irrilevanti, perché pendono sul bilancio circa 75 miliardi di clausole di salvaguardia. Quanto alle nuove tasse... difficile esprimersi perché si dice tutto e il contrario di tutto».
Il siluro al governo è partito. Il sottosegretario veneto all’Economia, Pier Paolo Baretta, prova a parare il colpo. «Le critiche all’operato dell’esecutivo - dice - ci stanno. Ma quelle di
Vescovi sono decisamente fuori misura. E il motivo è semplice: ignora totalmente gli aspetti positivi che abbiamo messo in campo a favore delle imprese».
Baretta non ci sta. E spiega: «Abbiamo ripristinato Industria 4.0, allargandola alla formazione che rappresenta una priorità; abbiamo stanziato 55 miliardi di euro in 15 anni, di cui 9 nel prossimo triennio, per sostenere la transizione dell’economia verso il “new deal green”, per il rispetto dei parametri ambientali; abbiamo reintrodotto il bonus energetico per la ristrutturazione di case, alberghi e condomini. Quanto a Quota 100... abbiamo detto che non la riproporremo e andrà quindi a morire nel 2021. Sarebbe opportuno, pertanto, mettersi attorno a un tavolo e discutere su quale tipo di previdenza vorremo dal 2022 in poi». Risponde punto su punto il sottosegretario. «Non dimentichiamoci, poi, che dal mondo industriale noi abbiamo ricevuto solo due richieste esplicite: non aumentare l’Iva e creare il cuneo fiscale. Ebbene, abbiamo stanziato 23 miliardi per la clausola di salvaguardia sull’Iva e dei rimanenti tre/quarti della manovra, 3 miliardi per il 2020 e 5 per il 2021 per il cuneo fiscale. Quanto alle tasse... quella sulla plastica è argomento di confronto con le stesse imprese e il suo peso verrà ridotto drasticamente».
L’ultima considerazione di Baretta è su quella frase di Vescovi sugli «imprenditori ritenuti criminali a prescindere», rivolta (forse) più ai grillini che al Pd, di cui Baretta fa parte. «In una coalizione - chiosa il sottosegretario - ci sta che ci siano visioni politiche diverse. Penso che lo stesso accada anche all’interno della stessa Confindustria. Noi del Pd non pensiamo che gli imprenditori siano tutti criminali. Credo però che l’atteggiamento di fondo sia sbagliato. In questo momento, chiedo a Vescovi e agli industriali, ha senso creare un clima di scontro? Non è meglio provare con il dialogo? Noi siamo qua».
Luciano Vescovi Lo statalismo è ai massimi storici, un vero masochismo antiindustriale del secondo Paese più manufatturiero d’Europa
Pier Paolo Baretta Dal mondo industriale noi abbiamo ricevuto solo due richieste esplicite: non aumentare l’Iva e creare il cuneo fiscale. Fatte entrambe