Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Caso San Benedetto «La plastic tax ci uccide»
Scatta lo stop per investimenti e assunzioni
SCORZÈ (VENEZIA) Doppia spada di Damocle in legge di bilancio per la San Benedetto di Scorzè, nel Veneziano. E l’azienda convoca dipendenti e sindacati: «Con plastic e sugar tax per il Gruppo ci saranno costi aggiuntivi per 100 milioni».
SCORZÈ (VENEZIA) Costi aggiuntivi per 100 milioni di euro, una contrazione dei consumi che potrebbe toccare il 20% con il risultato che buona parte dei 50 milioni previsti al capitolo investimenti per il 2020 sono stati già congelati. Così come sono stati fermati i nuovi contratti di apprendistato che avrebbero dovuto coprire i posti lasciati liberi dall’ultima infornata di pensionamenti. La doppia spada di Damocle che pende sulla San Benedetto di Scorzè, nel Veneziano, parla inglese: plastic e sugar tax. Il bollettino di guerra è stato comunicato ieri dall’azienda del gruppo Zoppas a tutti i lavoratori e alle sigle sindacali. Zeno Cagnin, che in San Benedetto lavora dal 1983, allarga le braccia: «Mai successo che si compattassero così il corpo dei lavoratori, i sindacati e l’azienda. Il pericolo è reale».
I due provvedimenti che dovrebbero essere inseriti in legge di bilancio lasciano sbigottiti gli oltre 1.500 lavoratori della San Benedetto e i 1.500 dell’indotto. «L’intero gruppo e i suoi dipendenti, - spiega Davide Manzato, responsabile delle Relazioni istituzionali condividono la forte preoccupazione per l’introduzione delle tasse su plastica e zucchero che determinerebbe un disastro dal punto di vista sociale e produttivo, con un serio ridimensionamento degli investimenti industriali e possibili conseguenze occupazionali. Con questa misura si affossa un settore di eccellenza, quello del beverage analcolico, che ha già intrapreso da anni la transizione verso soluzioni sempre più sostenibili». Conti alla mano, con la plastic tax la bottiglietta da mezzo litro d’acqua costerebbe il 37% in più, quella da due litri il 45% in più, le bibite da un litro e mezzo il 100% in più.
Si scalda anche la sindaca di Scorzè che ieri ha partecipato all’assemblea generale del gruppo, Nais Marcon: «La San Benedetto attua da anni le politiche più avanzate per la sostenibilità ambientale». E l’azienda sottolinea, infatti, che «seguendo le direttive europee, si è già adottato un sistema di economia circolare con l’obbligo di utilizzare dal 2025 il 25% di Pet riciclato nelle bottiglie». Manzato respinge la definizione di tassa di scopo: «Nulla verrebbe reinvestito in politiche aziendali spiega - è una tassa sui consumi». Secondo Frédéric Barut, direttore generale del gruppo, «il risultato sarà quello di penalizzare ulteriormente i consumi attuando una discriminazione forte e ingiustificata che colpisce alcuni settori e ne esclude altri, vedi il tessile». Azienda e sindacati auspicano la retromarcia del governo e chiedono un tavolo al più presto. In prima linea soprattutto la Cisl, che raccoglie la maggior parte della rappresentanza in San Benedetto.
Fra i lavoratori che sciamano nel piazzale principale dopo l’assemblea prevale lo stupore: «Ma come? Un gruppo che ha intenzione di continuare a investire viene tartassato così?». Franco Zanin, della Rsu Cisl dice: «Siamo un transatlantico fermo in alto mare». Ieri si protestava con un flash mob anche nel Vicentino, a Schio, dove Rotomet, Saf e Gps, imprese del packaging, hanno bloccato per un’ora la produzione. Sul posto anche l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan che parla di «politica in malafede e ignorante, che rischia di uccidere aziende sane». E si muove anche la Federazione Gomma Plastica che promette: «Oggi il 15% della plastica utilizzata proviene da economia circolare. Con un adeguato supporto da parte del governo, l’industria è in grado di raddoppiare questa quota entro il 2030». La proposta è quella di un credito d’imposta a premialità crescente per le imprese che propongono soluzioni di eco-design, facilitando l’avvio a riciclo e ospitando quote crescenti di materia prima frutto di riciclo.