Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’ex Palco diventa «Fermenti» pizze e cucina a orario continuato Controvento: scommessa sulla città
MESTRE Aprirà alle nove del mattino per chiudere solo all’una di notte. In mezzo nessuna pausa, perché l’obiettivo è aiutare il rilancio della piazza, convincendo sia chi cerca la prima colazione, sia chi esce affamato dal teatro. La saracinesca dello storico ristorante Il Palco, abbassata da un mese e mezzo, si rialzerà il 18 dicembre sotto l’insegna della cooperativa sociale Controvento, la stessa che gestisce il bar Conestoga, i ristoranti di Forte Marghera, l’osteria La Pergola e il parco rurale di San Floriano nel Pordenonese. Il nuovo nome del locale sarà «Fermenti» e attingerà proprio dai prodotti del parco (ma non solo) per proporre ricette biologiche e consapevoli tra pizze e cucina. E lo stesso vale per le dodici spine di birra, tutte artigianali, e per la collezione di vini naturali. Lo spazio è stato rinnovato con uno stile differente, ma verranno mantenuti sia i coperti interni che il plateatico in piazzetta. I lavori hanno però permesso di aggiungere persino un bagno per i bambini, con i sanitari di dimensioni ridotte, a confermare la vocazione trasversale del ristorante, che si rivolgerà ai giovani come alle famiglie. In pieno stile Controvento, poi, non mancheranno eventi culturali, degustazioni e serate musicali. «I piatti, la carne, la pizza, le birre sono uno strumento, non il fine, la differenza è tutta qui - spiega Alberto Cazzador della coop Il nostro obiettivo non è il business, sono le persone: se le cose vanno bene cresciamo e creiamo nuove opportunità di lavoro, facendo rinascere luoghi che rischiavano di restare vuoti». Anche in questo caso la cooperativa ha avviato nuove assunzioni, come sempre riservando dei posti di lavoro a chi viene da situazioni sociali difficili. «Il nostro ruolo è gettare semi per la crescita sociale, per l’animazione dei quartieri. La sfida di piazza Ferretto conclude Cazzador - è una scommessa sulla città, la nostra cooperativa non può non spendersi». (gi. co.)