Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Morto il bimbo, donati gli organi
Padova, lunedì l’autopsia. Ora la madre è accusata di omicidio colposo
PADOVA E’ morto il neonato scosso dalla mamma, ora indagata per omicidio colposo. Donati gli organi del piccolo.
PADOVA Le luci e i suoni delle macchine che hanno tenuto in vita il piccolo Michele si sono spenti per sempre. Il bambino di 5 mesi in coma da sabato scorso è morto. I medici avevano dichiarato la morte cerebrale già venerdì sera, poi hanno parlato con i genitori che erano in ospedale e hanno spento il respiratore. La famiglia ha acconsentito alla donazione degli organi del piccolo. Ieri mattina alle 5 il bimbo è entrato in sala operatoria per i suoi ultimi preziosi doni, fegato e cuore. La mamma, che una settimana fa lo aveva scosso violentemente provocandogli una lunga serie di danni neurologici, aveva riferito ai carabinieri e al pubblico ministero Roberto Piccione di essere stata lei a strattonare il piccolo che non dormiva e ora le accuse nei suoi confronti si aggraveranno da lesioni gravissime a omicidio colposo.
Per formalizzare gli atti però bisognerà attendere gli esiti dell’autopsia sul corpo del bambino, prevista per lunedì, anche se non sembrano esserci dubbi sul fatto che lo scuotimento sia stato un evento isolato. Sul corpo del neonato non ci sono altri segni di violenza e questo conferma la versione dei fatti resa dall’avvocato della donna, Leonardo Massaro: «Non è violenta, non si è resa conto di quello che faceva, è stato un blackout, ora non ricorda nulla». Le perizie dovranno descrivere nello specifico quella che è conosciuta come la «Shaken Baby Syndrome», la sindrome del bimbo scosso, evento che si verifica meno raramente di quanto si crede, tanto che negli Usa da qualche anno è partita una vera e propria campagna informativa, visibile anche per le strade, sugli effetti dello scuotimento violento dei bambini. Rappresenta una delle principali cause di morte o invalidità permanente dei neonati. In Italia, nonostante la campagna di «Terre des hommes», cui hanno partecipato specialisti padovani, se ne parla ancora poco. Eppure, stando a quanto dicono gli esperti, basta uno scuotimento minimo a provocare danni in un bambino sotto i due anni, che non
ha ancora la colonna vertebrale ben formata: l’accelerazione e decelerazione violenta del capo può creare scompensi con effetti letali, come nel caso del piccolo Michele di Mestrino.
Il dramma è avvenuto il 21 dicembre, all’alba. Dopo due ore e mezza di pianto ininterrotto la mamma, 29enne di
Mussolente (Vicenza), ha scosso il piccolo che non si addormentava, poi lo ha appoggiato sul lettino accorgendosi che non respirava più. Allora ha svegliato il marito, 37enne di Mestrino, che dormiva nell’altra stanza e ha chiamato il 118. I soccorritori hanno capito che il caso era disperato e hanno allertato i
carabinieri. Mentre la madre raccontava quello che era accaduto, i medici ricoveravano il bambino in Terapia intensiva pediatrica, a Padova. Nonostante le cure del personale diretto dal dottor Andrea Pettenazzo, le condizioni del neonato sono apparse subito gravissime. Venerdì l’intervento della commissione per la morte cerebrale, composta dal medico legale Anna Aprile, dall’anestesista Enrico Petranzan e dalla neurologa Elena Pegoraro. Il primo esame la mattina di venerdì non aveva tracciato alcuna attività cerebrale, per legge si è dovuto attendere l’esito di un secondo esame. Infine la decisione di staccare le macchine.
Ieri la famiglia era chiusa nel suo dolore, imposte e finestre chiuse nella villetta circondata dal giardino dove abitano i genitori del piccolo Michele e la sorellina di un anno e mezzo, che ora sta dai nonni. Nessun cenno nemmeno dall’abitazione di questi ultimi, che risiedono accanto alla giovane coppia. In paese i giovani genitori, che conducono una vita riservata, sono poco conosciuti.