Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dubbi sull’Agenzia del Mose e pressing sulle crociere Lettera a Musolino sulle aree

Ca’ Farsetti: ripartire da Marghera. Il nodo dei poteri

- A. Zo.

MESTRE La liquida freddament­e come l’ennesimo soggetto in campo sul Mose: «Ora sento che si parla di una Agenzia, a volte pare che si rilancia sempre la palla in avanti», dice il sindaco Luigi Brugnaro di fronte all’annuncio del sottosegre­tario Andrea Martella, che porterà il documento di indirizzo al prossimo Comitatone. Mentre sulle grandi navi ribadisce che il Comune ha fatto «i compiti per casa» ormai due anni fa, quando si arrivò al voto su Marghera per le navi più grandi e lo scavo del Vittorio Emanuele per quelle medie, da portare all’attuale Marittima. «Poi c’è stata la disgrazia di quel ministro (Danilo Toninelli, ndr) che veniva a vedere la città in elicottero e ha bloccato tutto - attacca Brugnaro - Ora speriamo di ripartire, perché quando vai in giro per il mondo prima ancora della città ti chiedono perché non spostiamo le navi da crociera». E usa una metafora sportiva: «Faremo pressione, ma senza fare fallo».

Perché il punto di partenza è che il Comune non ha competenze su questi temi. «Mi piacerebbe dire che è colpa mia, ma non ho deleghe continua il sindaco - C’era una legge che ce li dava e l’aveva firmata proprio Martella e gliene ho chiesto conto». Per ora però sul Mose il sindaco ha ottenuto il risultato di creare una cabina di regia in cui chi sta realizzand­o le dighe condivida le informazio­ni con le altre istituzion­i: la prima riunione si terrà il 7 gennaio. «Non vogliamo poteri, ci sono già i commissari, l’architetto Spitz e i tre del Consorzio Venezia Nuova - dice Brugnaro Però vogliamo trasparenz­a. La sera del 23 dicembre il prefetto mi ha detto che il Mose sarebbe stato alzato a Treporti e mi ero già organizzat­o per andare a vedere, poi alle 5 ho saputo che non si era fatto nulla: non si può tenere il sindaco al di fuori di queste informazio­ni». Quel che è certo è che anche per Brugnaro il Mose ora non si può alzare per difendere la città dall’acqua alta: «C’è un solo compressor­e, me l’hanno spiegato i tecnici».

Il sindaco ribadisce che se una cosa positiva c’è stata nel disastro del 12 novembre, con l’acqua alta a 187 centimetri, è stato di riportare Venezia sotto i riflettori del governo. «Ho chiesto 150 milioni non così, a caso, ma per salvare la città aggiunge - d’altra parte a Milano hanno dato miliardi per l’Expo». E la legge di bilancio ha portato anche la Zls (zone logistiche semplifica­te), anche se proprio ieri Ca’ Farsetti ha inviato all’Autorità di sistema portuale la bozza di accordo, sottolinea­ndo un rischio. «Quello di far diventare tutta Marghera un porto e un retroporto, dimentican­dosi che ci sono anche le industrie - spiega Brugnaro - non possiamo pensare che l’Eni, per fare un esempio, se vuole fare degli investimen­ti, debba dichiarare che sono collegati con il porto». L’ultimo accenno è l’ennesimo accorato appello allo scavo dei canali: «Mente chi dice che si danneggia l’ambiente - si infervora - Noi non vogliamo allargarli, ma solo togliere sporco e sedimenti. Per questo abbiamo votato in Salvaguard­ia per il rialzo dell’isola delle Tresse».

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