Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Marchiati» tutti gli alloggi turistici «Così si rievoca la persecuzione»
Blitz di «Stopairbnb» sui campanelli. Abbav: pronti all’azione legale
VENEZIA Un bollino, un piccolo adesivo colorato, un QR-code che risponde alla scansione della fotocamera di uno smartphone. È apparso accanto ai campanelli, sotto gli spioncini dei portoni, a ridosso delle maniglie d’ingresso, sempre con lo stesso scopo: identificare le case che, a Venezia, non sono più a disposizione dei veneziani. Questo, almeno, negli intenti dei ragazzi che nottetempo li hanno appiccicati per tutto il centro storico. Una «marchiatura» clandestina, rivendicata orgogliosamente ieri dai giovani del neonato gruppo «Stopairbnb» e promossa anche nei canali di Frullatorio, la pagina social satirica che da tempo si diverte a smuovere gli animi usando l’arma della provocazione. Questa volta, però, lo scherzo potrebbe essere andato troppo oltre, complice il metodo scelto dai ragazzi.
«Un atteggiamento che rievoca l’ultima persecuzione avvenuta nel nostro suolo», interviene l’associazione di b&b, alloggi turistici ed appartamenti del Veneto, tanto che Abbav tranite i propri avvocati sta verificando un’azione legale. In totale sono stati affissi 3.863 adesivi, su 5.471 esercizi dichiarati, per un totale che supera i 20 mila posti letto; i conti li hanno condivisi proprio loro, sulla pagina web creata per l’occasione (http://stopairbnb.com), dove si legge anche una sorta di manifesto che spiega le motivazioni del gesto: «Crediamo che i turisti non vogliano visitare un parco divertimenti e siamo certi che ci siano tantissimi giovani come noi — veneziani di nascita o di adozione — desiderosi di vivere in questa città che amiamo e rispettiamo. Questo è valido per qualsiasi centro storico ed è giunto il momento di alzare la voce e chiedere alla politica di proporci una soluzione, di permetterci di far rinascere Venezia, di rendere egualmente vantaggioso affittare le proprie case a residenti, studenti e turisti, di eliminare l’escamotage della locazione turistica che maschera veri e propri alberghi diffusi».
Frullatorio, da parte sua, ha gettato benzina sul fuoco: nel condividere l’iniziativa, ha pubblicato un’elaborazione grafica che vedeva i riconoscibili capelli di Hitler accompagnati non dai famigerati baffetti ma proprio dal logo di Airbnb, ribattezzato per l’occasione «Heil Bnb», con tanto di carattere gotico che si rifà ai poster di propaganda nazista. Una stilettata forte, tanto che persino alcuni tra i più critici sul tema delle locazioni turistiche, come Marco Gasparinetti del gruppo 25 Aprile, l’hanno giudicato un accostamento di cattivo gusto, in odore di caccia all’untore, ricordando come «il fine non giustifica certi mezzi». Da parte loro i locatari hanno già deciso di muoversi: Abbav ha già detto a tutti i suoi soci di segnalare gli adesivi scoperti in vista della denuncia.