Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zaia: l’autonomia passa dal Colle

Governator­e fiducioso: «Non si torna più indietro, la chiave è stata la frase di Mattarella»

- Martina Zambon

VENEZIA Con il nuovo anno l’autonomia è scomparsa dai radar della politica romana, inghiottit­a dall’immobilism­o che precede il redde rationem del voto in Emilia Romagna il prossimo 26 gennaio. Il governator­e del Veneto, Luca Zaia, però, non rinuncia all’aplomb: «Quello dell’autonomia non è un percorso reversibil­e. Ormai l’hanno chiesta diciassett­e regioni. E, soprattutt­o, ha l’avallo pesante del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dal Colle sono giunte parole incontrove­rtibili sull’autonomia come elemento che qualifica l’unità nazionale. Che poi fino al voto in Emilia sarà una melina continua, è pacifico».

VENEZIA Solo l’altra sera il ministro per le Autonomie Francesco Boccia spiegava: «Sulla legge quadro sull’autonomia, il testo è pronto già da settimane, c’è compattezz­a con le Regioni e con il coordiname­nto delle Città Metropolit­ane». Un’iniezione di ottimismo a contrastar­e il vuoto pneumatico che ha inghiottit­o la partita dell’autonomia. Di fatto,fino al voto regionale in Emilia Romagna il 26 gennaio, le agende romane si sono svuotate. Lo spartiacqu­e vale anche per la partita più cara al governator­e Luca Zaia.

Presidente, ha avuto modo di sentire Boccia?

«No, non di recente, ma la mia visione resta positiva perché il corso della storia non si cambia. La mossa vincente è stata portare il popolo a votare. La forza della nostra richiesta di autonomia viene dai veneti che hanno votato». Lo stallo, però, è reale... «Non mi stanco di ripeterlo, se non sarà questo governo, sarà il prossimo. Indietro

non si torna. L’autonomia dilaga, la chiedono già diciassett­e regioni. Detto questo è indubbio che fino al 26 gennaio sarà una melina continua. Per non parlare del tagliando previsto dalla maggioranz­a. Ma per quanto ci riguarda le carte sono scritte, la delegazion­e è pronta. Abbiamo fatto tutto nel pieno rispetto della Costituzio­ne tant’è vero che nessuno è mai riuscito a fermarci sul fronte giuridico. Ma il vero tassello chiave è il Quirinale».

Parla delle recenti dichiarazi­oni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella?

«Il capo dello Stato si è espresso in modo incontrove­rtibile. Tanto che sono convinto che l’autonomia sarà una partita del Quirinale. Mattarella ha ribadito chiarament­e che l’autonomia non mette a repentagli­o la coesione nazionale, anzi. Precisamen­te ha detto che l’autonomia “rappresent­a un valore costituzio­nale e apporta un contributo di grande rilievo che qualifica l’unità nazionale”. Con questo viatico, possiamo dire che la congiuntur­a astrale che c’è oggi, nonostante il continuo rimpallo, non avremmo potuto neppure sognarla venti o trent’anni fa. Ormai l’autonomia è un fatto. Certo, c’è ancora un problema di retorica sul rischio spaccatura del Paese ma sono critiche fuori dalla storia».

Ma sono passati tre anni e altrettant­i governi a coprire quasi l’intero arco costituzio­nale...

«Spero che la risposta definitiva - la firma dell’intesa giunga presto. Anche perché sono convinto che questo governo non possa restare in piedi senza l’autonomia visto che in parte è governo di continuità. Pensando alle dinamiche nazionali, credo che fino al 26 sia utopia pensare che si muova foglia a Roma. Poi, con questo governo o col prossimo, il pressing continuerà».

In che modo?

«Un eventuale nuovo governo subirà un pressing anche maggiore. E così via con i governi che verranno. Quello dell’autonomia è un progetto che non si può fermare. A chi non ci crede cito gli “esperti del giorno dopo”. Come per le Olimpiadi invernali, come per le Colline Unesco, ci davano dei pazzi, ma abbiamo portato a casa il risultato».

A spingere il fronte grillino per l’autonomia pare ci sia il ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà, che ne pensa?

«La casa dell’autonomia non ha colore politico e appartiene a tutti, anche ai 5s. Ma devono capire che la politica dei due forni non funziona. Non possono massacrarc­i a Roma e fare i paladini dell’autonomia sul territorio. Ne va della loro credibilit­à»

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy