Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Prenotazioni in picchiata per Carnevale
L’allarme degli operatori veneziani: «Serve campagna ad hoc». Previsto l’esordio dei conta-persone
VENEZIA Le immagini devastanti dell’«acqua granda», lo scorso 12 novembre, hanno fatto il giro del mondo. Con l’effetto collaterale di dimezzare le prenotazioni turistiche per il periodo natalizio e, ora, anche per il «momento d’oro» per il turismo in laguna: il Carnevale. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria che, al Comune, chiedono una campagna ad hoc.
VENEZIA Il telefono della reception è collegato, ma non squilla. Le camere sono disponibili on line, eppure restano vuote. Nella Venezia che non conosce stagionalità, quella degli alberghi e dei bed and breakfast, degli ostelli e degli appartamenti messi in affitto breve, è arrivato l’inverno. Una gelata di prenotazioni che sta ghiacciando persino il periodo d’oro: il suo Carnevale. Per effetto della lunga risacca di sfiducia che ha seguito l’onda dell’acqua alta del 12 novembre, in tanti preferiscono ancora deviare su altre mete, riservandosi la vista di Rialto e San Marco per le prossime vacanze, per il prossimo anno.
Se Venezia va vista almeno una volta nella vita, perché quella volta dev’essere proprio quando i ristoranti sono chiusi, le strade devastate, i negozi barricati? Peccato che il quadro apocalittico - molto veritiero a novembre, quando si parlava di cancellazioni che sfioravano il cinquanta per cento - da almeno un mese non abbia più corrispondenze reali. Chi lavora con il turismo, in realtà, si aspettava già un febbraio difficile: il Carnevale cade «alto», ravvicinato alle festività di Natale e Capodanno, quando molte famiglie ancora devono riprendersi dalle spese appena sostenute.
Anche per questo l’allarme degli operatori era scattato presto, ancora a metà dicembre: «Il problema è che non è stato ascoltato - incalza il presidente dell’Associazione veneziana albergatori, Vittorio Bonacini - C’è stato un evidente lassismo delle istituzioni, dal ministero del Turismo in giù, come se le presenze a Venezia siano date per scontate. Invece va ricordato che chi si ferma a dormire in laguna rappresenta il 30 per cento, ma vale l’80 per cento dei ricavi, se disertano anche il Carnevale il problema è di tutti». Ava, da parte sua, si sta muovendo: ha dialogato con il Comune per una comunicazione mirata a chiarire la situazione, ha anche invitato per i prossimi giorni una quindicina di giornalisti stranieri per mostrare loro come la città si sia prontamente rialzata. Un’iniziativa simile a quella che, il 12 dicembre, ha compiuto Confindustria Federalberghi con la sua cena alla scuola grande della Misericordia: «Peccato che abbiamo dovuto fare tutto da soli, senza ricevere neppure il sostegno della Camera di Commercio - attacca senza remore il presidente Vincenzo Marinese - non c’è stata una risposta collegiale, l’unica che poteva fare davvero la differenza».
Ondina Giacomin, presidente Abbav, racconta di una concorrenza spietata: «In queste condizioni non si vuole pagare neppure 45 euro a notte per un affitto. Scatterà la gara al ribasso del last minute, che comunque vinceranno gli ostelli in terraferma che vendono letti a 11 euro».
Chi si dice fiducioso è Simone Minto, responsabile veneziano dell’osservatorio immobiliare della Federazione italiana agenti immobiliari professionali: «Stiamo monitorando l’evoluzione del mercato, dati certi ancora non ne abbiamo ma l’impressione non è positiva. Ma Venezia resta pur sempre Venezia. Confidiamo che, con gli eventi clou del Carnevale, arrivi anche un’inversione di tendenza». Minto però non risparmia una stoccata: «Qualcosa, forse, è stato sbagliato a livello di comunicazione: giusto sollevare il problema per dare uno scossone alla politica, ma c’è stato un effetto boomerang».
L’amministrazione comunale sta già correndo ai ripari: dopo aver diffuso una serie di infografiche che spiegano quale sia l’impatto dell’acqua alta su varie zone del centro storico (e, di conseguenza, quali stivali indossare), ora le sta mettendo in un breve filmato da pubblicare su ogni canale possibile.
«Come per la compagna per il rispetto di Venezia, anche in questo caso potremmo coinvolgere qualche testimonial importante - suggerisce l’assessore al Turismo Paola Mar - d’altronde chi non è veneziano fa molta fatica a comprendere il concetto di medio mare, così come il fatto che l’acqua alta non è un’alluvione».
C’è anche un’altra partita che la giunta vuole vincere prima della fine del suo mandato, quella per il conteggio dei turisti: la tecnologia è pronta, il software anche, mancano solo le ultime telecamere e si potrà procedere già nei prossimi giorni; anche perché il sistema punta a verificare gli arrivi giornalieri, i famosi «turisti escursionisti» che arrivano in laguna la mattina, dal resto del Veneto e dalle regioni vicine, per ripartire la sera. Loro, alla prima giornata di sole, al primo «volo» dal campanile di San Marco, arriveranno comunque.