Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il prete: «Rimosso perché scomodo»
Don Marino si sfoga, il vicario del vescovo prova a placare i fedeli: ci imbarazzava
PADOVA Don Marino Ruggero, 54 anni, non è più il responsabile della comunità di San Lorenzo di Albignasego (Padova). Il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, l’ha sospeso dall’incarico sacerdotale «per comportamenti personali non conformi allo stato clericale». Ma la comunità non ci sta e i fedeli stanno raccogliendo centinaia di firme per chiederne la conferma. «Ho la coscienza pulita — dice don Marino — prima o poi la verità verrà fuori».
ALBIGNASEGO (PADOVA) Di buon mattino, quando in un lampo la notizia ha già fatto il giro del paese, hanno appeso due lunghi striscioni sulla facciata della canonica e sulla recinzione del campo sportivo. In entrambi, corredati da un grande cuore, c’è scritto: «Don Marino, ti aspettiamo». E adesso, di fronte al portone della chiesa, prima della messa del sabato sera, tanti piangono. Si abbracciano. Si fanno forza l’uno con l’altro. E tutti, anziani, ragazzi, mamme, papà e perfino bambini dell’asilo, firmano una petizione da recapitare, forse ormai fuori tempo massimo, al vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, per far sì che il loro parroco, in servizio dall’estate del 2017, rimanga al suo posto. Anzi, ritorni al suo posto perché don Marino Ruggero, 54 anni, non è più il responsabile della comunità di San Lorenzo di Albignasego, centro di oltre 25 mila abitanti alla periferia sud della città del Santo.
Il sacerdote, anticipando la rimozione da parte dei vertici della Curia, ha infatti deciso di rimettere l’incarico. E sulla sua pagina Facebook, l’altro giorno, ha fatto sapere: «Cari amici, ho dato liberamente le dimissioni in accordo con il vescovo Cipolla. E le ho date proprio perché desidero che sia fatta verità. Quindi vi chiedo di rispettare la mia scelta e di evitare ulteriori commenti sui social. Grazie». Malgrado di solito, alla messa del sabato sera, ci siano soltanto poche decine di persone, la chiesa è gremita. E tutti, nel silenzio più assoluto, restano fino alla fine, quando il vicario generale della Diocesi, monsignor Giuliano Zatti, dopo aver celebrato la funzione insieme a don Lorenzo Celi (di recente mandato dalla Curia a «controllare» l’operato di don Marino), ha promesso di chiarire i motivi dell’allontanamento del parroco. La tensione è palese. Tanto che il «numero due» della Chiesa padovana, pure lui visibilmente emozionato, preferisce leggere: «Nell’ultimo anno — spiega Zatti — sono giunte all’attenzione del vescovo Cipolla varie segnalazioni a carico di don Marino relative a comportamenti personali non conformi allo stato clericale, che hanno consigliato l’apertura di un’indagine. E dopo aver raccolto ulteriori elementi, il vescovo Cipolla ha ritenuto di non poter soprassedere».
E così, fino a nuovo ordine, la comunità di San Lorenzo di Albignasego sarà guidata da monsignor Giovanni Brusegan, «prete molto conosciuto per il suo impegno nell’ambito culturale e universitario — aggiunge il vicario generale —. Ma soprattutto per le sue doti umane e relazionali». Ancora silenzio. E poi un ironico battimani in segno di disapprovazione. La maggior parte dei parrocchiani, d’altronde, sta con don Marino. E non crede (o non vuole credere) a quei «comportamenti personali non conformi allo stato clericale» di cui, in paese, si vocifera dalla scorsa estate. Frequentazioni troppo «spinte» con donne della zona, si dice. Ma sono soltanto malelingue, ribattono i fedeli più vicini al sacerdote. L’ormai ex parroco, intanto, ha già fatto le valige. E si limita a commentare: «E’ dai tempi di Adamo ed Eva che, quando si vuole cacciare un prete scomodo, magari perché ha scoperto qualcosa di poco chiaro nell’amministrazione della comunità, si mettono in giro pettegolezzi su soldi o sesso. Ma io ho la coscienza pulita, me ne vado a testa alta e sono certo che, prima o poi, la verità verrà fuori». La Diocesi, d’altra parte, precisa che la rimozione del religioso non è legata a certe sue uscite non convenzionali del recente passato. Come ad esempio la volontà di partecipare al Grande Fratello, l’aver esortato i fedeli a «non pagare le tasse ingiuste», l’essersi dichiarato a favore della legittima difesa e contro i Rom e l’aver aspramente criticato una copertina di «Famiglia Cristiana» che ritraeva l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con scritto: «Vade retro». E allora qual è la vera ragione per cui il vescovo ha deciso di allontanare il sacerdote?
«Don Marino — racconta un anziano parrocchiano — ha fatto piazza pulita di certe persone che, diciamo così, gestivano in maniera molto allegra e poco trasparente i conti della parrocchia, compresi quelli dell’asilo, della sagra e delle società sportive. E proprio queste persone, per vendicarsi, sono andate in Curia a raccontare un sacco di fandonie sul suo conto». Ma questo, ormai, appartiene a ieri. Così come, a meno d’improbabili ripensamenti da parte della Diocesi, la lettera a cui sono state allegate le firme in favore di don Marino: «Ci sentiamo smarriti perché negli ultimi due anni, proprio grazie a don Marino, la nostra comunità è tornata viva, accogliente e pronta a fare fronte comune per il bene di tutti».
"Don Marino Su di me voci messe in giro per nascondere altre verità Ma i o ho la coscienza a posto