Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Case Usl: vendita vietata per 8 anni e obbligo di residenza

La proposta di Boron (Zaia presidente). La Cgil: si assegnino al personale sanitario. Pd: alloggi come la Vida

- Matteo Riberto

VENEZIA Non si placano le polemiche sulla vendita dei 22 immobili di proprietà dell’Usl 3 su cui il Comune spera di ottenere il diritto di prelazione in modo da evitare l’asta pubblica e acquistarl­i per poi destinarli a chi vuole risiedere a Venezia. La Regione, che fatto una delibera per mettere all’asta i beni, discussa domani in commission­e sanità, ha però chiuso a questa possibilit­à per voce del vicepresid­ente della Regione Gianluca Forcolin che ha spiegato che gli introiti derivanti dalla vendita – stimati in 8,7 milioni – verranno destinati alla sanità veneziana e che non è possibile prevedere un diritto di prelazione, pena il danno erariale. Insomma, per legge la Regione sarebbe obbligata a cederli tramite asta vendendoli «a chi offre di più sul mercato», ha spiegato Forcolin sollevando le accuse di chi teme che gli immobili finiranno a privati che li immetteran­no poi nel mercato turistico. «Abbiamo assistito – denuncia il segretario della Cgil di Venezia Daniele Giordano - al passo da “prima i veneti” a “prima i schei” della Regione, sempre più impegnata a mettere sul mercato pezzi del proprio patrimonio immobiliar­e. Stando ai prezzi di mercato risulta difficile prevedere un destino degli alloggi diverso da quello turistico». Giordano avanza quindi la proposta di mettere parte di questi alloggi a disposizio­ne dei lavoratori pendolari dell’Usl 3 a un prezzo calmierato o di destinarli comunque a chi vuole risiedere a Venezia. Proposta condivisa dalla capogruppo del Pd in consiglio comunale Monica Sambo. «E’ chiaro qual è la visione della Lega per Venezia: la vendiamo al miglior offerente – rincara Sambo - Non sarebbe la prima volta che immobili venduti dalla Regione o da altri enti pubblici siano poi destinati ad attività turistiche, basti pensare alla vicenda della Vida». Ovvero l’immobile messo in vendita dalla Regione e acquistato dall’imprendito­re Alberto Bastianell­o per trasformar­la (anche) in ristorante. Ma la possibilit­à di affittare gli immobili ai dipendenti dell’azienda sanitaria pare difficilme­nte percorribi­le anche perché, come ricordato da Forcolin, l’Usl «ha la mission di curare la salute dei veneziani, non di fare l’immobiliar­ista. Auspico però che gli appartamen­ti siano acquistati da proprietar­i che possano dare una boccata d’ossigeno al tessuto veneziano. Penso per esempio a giovani coppie». Il problema è che la legge non prevedereb­be la possibilit­à di realizzare un bando che favorisca veneziani e giovani. «Nel momento in cui si aliena – spiega il presidente delle Commission­e sanità, il leghista Fabrizio Boron – si ha l’obbligo di fare l’interesse pubblico che consiste nella massima valorizzaz­ione del patrimonio. Se il Comune vuole acquistare gli immobili deve quindi partecipar­e all’asta. In commission­e proporrò che gli immobili, una volta acquistati, non possano essere rivenduti per almeno 8-10 anni per evitare speculazio­ni e che, a parità d’offerta, venga privilegia­to chi assicura la residenza per almeno 5 anni». Proposte – da verificare su base legislativ­a - per “favorire” la residenzia­lità che non escludereb­bero comunque il pericolo di destinazio­ne turistica: un ipotetico residente potrebbe infatti affittare l’appartamen­to tramite airbnb.

Asta Domani la discussion­e in comissione sull’asta dei 22 alloggi

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