Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il «Vecio Fritolin» ha chiuso i battenti
Venezia, l’acqua alta ha dato il colpo di grazia allo storico locale. Lunedì lo sfratto
VENEZIA L’acqua alta ha dato il colpo di grazia, il Vecio Fritolin da domenica è chiuso e non riaprirà. Lunedì arriverà l’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto. «Per motivi indipendenti dalla nostra volontà, dopo anni dedicati alla passione di una vita, siamo costretti a comunicare ai nostri affezionati clienti che il Vecio Fritolin cessa la propria attività – è la nota comparsa sul sito del ristorante -. Cogliamo l’occasione per ringraziarvi per averci sempre sostenuto».
VENEZIA L’acqua alta ha dato il colpo di grazia, il Vecio Fritolin da domenica è chiuso e non riaprirà. Lunedì arriverà l’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto. «Per motivi indipendenti dalla nostra volontà, dopo anni dedicati alla passione di una vita, siamo costretti a comunicare ai nostri affezionati clienti che il Vecio Fritolin cessa la propria attività – è la nota comparsa sul sito e sulla pagina Facebook del ristorante - Cogliamo l’occasione per ringraziarvi tutti per averci sempre sostenuto, sperando di aver lasciato un segno in una Venezia che, da oggi, perde una piccola parte della sua storia».
La ristorazione veneziana attraversa anni di difficoltà, polarizzata tra take-away e locali low cost da una parte e locali stellati negli alberghi. In mezzo, un’offerta di qualità che non sempre trova una clientela. «Abbiamo avuto un momento di defaillance e non siamo riusciti a pagare l’affitto – spiega la ristoratrice Irina Freguia – Siamo stati devastati dall’acqua alta e per due mesi abbiamo lavorato pochissimo. Hanno già chiuso tre ristoranti a Castello dopo il 12 novembre e le settimane di inondazioni successive. Anche noi non potevamo andare avanti. Speravamo di vendere. Ma non è stato possibile perché è arrivato lo sfratto. Sono molto dispiaciuta. Eravamo tra coloro che non caricavano i conti di turisti per praticare sconti a veneziani o pagare i portieri d’albergo».
Frigorifero e lavastoviglie irrimediabilmente danneggiati, cibo che galleggiava in acqua. «Il 12 novembre ha lasciato il segno. Lo stato rimborsa solo i macchinari ricomprati, non la merce persa e i giorni di chiusura», scuote la testa Freguia. L’incasso di dicembre, dice, ha malapena coperto gli stipendi dei sette dipendenti. La notizia ha creato sconcerto e amarezza in città. Freguia è una ristoratrice impegnata, vigorosa nella difesa di Venezia e attivissima sul fronte delle iniziative. Insieme allo chef Daniele Zennaro aveva lanciato il Bar SottoSopra, poi il Brodo di Giuggiole, la Caffetteria di Palazzo Grassi e il Vecio Fritolin, storico locale di Rialto. La ricetta vincente era la gastronomia veneziana classica in chiave contemporanea. Dopo l’addio di Zennaro nel 2016, a prendere le redini della cucina era stato Pierluigi Lovisa, poi Najada Frasheri e poi, ancora Paolo Businaro. Molti avvicendamenti. Blog e riviste di settore confermarono ogni volta le recensioni positive. Negli ultimi tempi, però, sempre più tavoli liberi. «Appena abbiamo avuto la possibilità, abbiamo cercato di pagare l’affitto. Non è stato possibile», racconta Freguia. I proprietari dei muri sono ristoratori veneziani. «Conosciamo bene le difficoltà: il settore è stato totalmente destrutturato dalle liberalizzazioni e dalla concorrenza scorretta. E nelle situazioni di difficoltà, l’acqua alta ha dato il colpo di grazia», scuote la testa Cesare Benelli, titolare del Covo. A Castello il Fuori Rotta ha dovuto affrontare una costosa ristrutturazione e attendere l’arrivo di macchinari complessi irrimediabilmente danneggiati. «La chiusura del Vecio Fritolin è una triste notizia – dice il segretario dell’Aepe Ernesto Pancin – Irina è una brava ristoratrice. Apprendo la cosa con grande rammarico, nel momento in cui si lavora per il rilancio della cucina veneziana. Confidiamo tutti nella ripresa e nella ripartenza di questa categoria».