Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La titolare dopo la paura «E’ stato terribile, credetemi E ora ho una costola rotta»

I vicini: agilissimi, li sentivamo correre sulle nostre teste

- Gi. Co.

MESTRE «È stato terribile, credetemi. Non posso che congratula­rmi con le forze dell’ordine, sono state grandiose». Silvia Spolverato lavora dietro il bancone di C&C Informatic­a. Ieri a mezzogiorn­o è stata lei a cercare di impedire ai due rapinatori di scappare con in tasca quattro iPhone, mettendosi tra loro e la porta a vetri. Purtroppo però il suo gesto non è servito: con una spinta è stata gettata a terra, poi ha dovuto passare la giornata al pronto soccorso: «Una costola rotta e contusioni varie, trenta giorni di prognosi», ha spiegato in un post su Facebook a chi le chiedeva come stava dopo il brutto episodio. Di lei si sono preoccupat­i anche i «colleghi» dall’altra parte della strada, come i ragazzi che gestiscono la pasticceri­a di fronte al suo negozio: «All’improvviso abbiamo visto Silvia correre fuori, ma non abbiamo capito che cosa fosse successo - raccontano Qui era ora di pranzo, avevamo la fila e non riuscivamo a vedere bene». Però la confusione, le sirene, le corse delle Volanti le hanno viste e hanno capito che era successo qualcosa di grave. Anche il vicino panificio ha faticato a capire cosa stesse succedendo: «Sì, ho visto la polizia - spiega la fornaia al banco - ma pensavo fosse un incidente. Invece è impression­ante pensare che ci sia stata una rapina qui, in pieno centro e in pieno giorno». Annalisa Finottello invece ha visto bene la fuga dei rapinatori, racconta persino di come un paio di residenti della zona abbiano cercato di fermarli: «Hanno provato a tirarli per i piedi mentre si arrampicav­ano, ma quelli erano troppo veloci, sono scappati.

Erano agilissimi». Di acrobazia in acrobazia, i due delinquent­i minorenni hanno spaventato tutta Calle della Testa, dove l’inseguimen­to è proseguito tra tettoie e alberi da scalare; e, nel caos del momento, qualcuno ha persino scambiato uno degli inseguitor­i per un terzo rapinatore. «Uno di loro è entrato nel nostro cortile, si è visto il nostro cane di fronte e ha ripiegato sull’albero. Poi l’abbiamo sentito correre sul tetto di casa nostra - racconta Simonetta de Rossi, che vive nella laterale di via Torre Belfredo - Ho detto subito ai poliziotti di intercetta­rli in via Spalti: i tetti danno su una zona dove si trovano i garage, ho immaginato scappasser­o di là». I due ragazzini sono fuggiti fino alla rotonda di via Da Verrazzano, hanno cercato riparo nel cantiere aperto e sono stati bloccati dalla polizia. Ma il loro nascondigl­io non sarebbe comunque durato: sotto le impalcatur­e lavoravano gli operai, che hanno visto ogni cosa.

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