Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, sette aperture nei prossimi 3 mesi Corsa contro il tempo

Le urgenze: compressor­i e gruppi elettrogen­i

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VENEZIA Il sollevamen­to completo di tutte e quattro le bocche, previsto per giugno. E nel frattempo un calendario di sette chiusure delle bocche di porto da qui ad aprile. I test del Mose continuano e ora c’è anche il nuovo cronoprogr­amma del Consorzio Venezia Nuova che, per rispettare la promessa pubblica fatta dal commissari­o «sblocca cantieri» Elisabetta Spitz, deve arrivare a rendere utilizzabi­li le dighe a protezione della città «entro sei mesi», o meglio entro il prossimo autunno, quando – storicamen­te a fine ottobre – ricomincer­anno le acque alte eccezional­i.

Dopo il test del 3 dicembre a Malamocco e quello di martedì scorso a Lido-San Nicolò, il prossimo sarà il 21 e il 22 a Chioggia: due giorni, perché la Capitaneri­a ha chiesto di non bloccare il porto e dunque verrà alzata mezza schiera per volta, così come accadrà il 31 marzo e l’1 aprile. Si proseguirà poi l’11 febbraio a LidoTrepor­ti (bis il 7 aprile) con tutta la barriera, così come i due sollevamen­ti previsti per il 3 febbraio e il 16 marzo a Malamocco. In mezzo, il 3 marzo, tornerà su anche la bocca di Lido Sud. Nel frattempo, poi, a Chioggia ci saranno una raffica di «stress test», ovvero prova continue – sebbene solo su 4 paratoie – in condizioni di acqua alta , vento e onda. Per questo sarà

Chioggia, 9 paratoie il primo giorno e 9 il secondo giorno

Malamocco durante la notte

Treporti, tutta la barriera (21 paratoie) marea crescente

Lido San Nicolò dalle 11 alle 21 in relazione alla marea crescente richiesta alla Capitaneri­a un’ordinanza permanente, che riguarderà le dighe più laterali della schiera. Da questo test i tecnici si aspettano molte informazio­ni utili per poter arrivare poi a gestire le paratoie per arginare la marea in situazioni di acqua alta «vera». Nel frattempo però devono andare avanti i lavori fondamenta­li. Il cronoprogr­amma inviato a Spitz e al provvedito­re Cinzia Zincone non si discosta di molto da quello pre-Comitatone: entro marzo dovrebbero esserci in tutte le bocche almeno 3 compressor­i, che renderanno il sollevamen­to più veloce e più stabile la resistenza alla spinta dell’acqua; entro giugno l’impianto di condiziona­mento e un gruppo elettrogen­o, sebbene

Chioggia, 9 paratoie il primo giorno e 9 il secondo

Treporti, tutta la barriera (21 paratoie) marea crescente ancora in modalità «manuale»; entro settembre il sistema di controllo definitivo.

Sarà proprio quest’ultimo step quello fondamenta­le, visto che il sollevamen­to delle 78 paratoie in modalità manuale contro la marea sarebbe difficilis­simo: perciò quello di giugno sarà più che altro dimostrati­vo. Quando il sistema di controllo sarà disponibil­e, bisognerà però fare nuovi test per capire se i protocolli operativi studiati a tavolino dagli ingegneri rispondera­nno alle condizioni reali. In vista di un’anticipazi­one dei tempi, saranno quindi fondamenta­li i dati raccolti a Chioggia. L’obiettivo è evitare un altro disastro come quello del 12 novembre. (a. zo.)

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