Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Organici all’osso contro l’evasione: subito 1200 assunti
La carenza degli organici è del 30% , la Cgil: «Età media alta e zero turnover: carichi ingestibili»
Carenze d’organico vicine al 30%, pensionamenti in arrivo e assunzioni bloccate. É la condizione delle agenzie delle entrate e delle dogane, per cui i sindacati chiedono 1200 assunti, solo in Veneto: «Troppo carico di lavoro, impossibile la lotta all’evasione». Da domani, in tutta Italia, stato d’agitazione.
Le Agenzie delle entrate
VENEZIA e delle dogane del Veneto bussano alla porta del Governo per chiedere nuovo personale: tanto personale. Domani, i 4500 dipendenti regionali delle due strutture sono in assemblea, come i colleghi di tutta Italia. È l’avvio dello stato d’agitazione che, senza le risposte attese, poterà i lavoratori sotto la sede del ministero dell’Economia, in una grande manifestazione nazionale che i sindacati stanno programmando per il 6 febbraio prossimo. I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Unsa per la funzione pubblica parlano, per il Veneto, di una carenza d’organico, tra le due agenzie, del 30 per cento; ma, in termini effettivi, quanti uomini si stanno chiedendo per la regione? «Diciamo, tra le due strutture, 1.200 assunti», dice, nomen omen, Assunta Motta, di Cgil fp: «Non dimentichiamo il problema Brexit, che, dal 31 gennaio, comporta nuovo aggravio del lavoro» (in sintesi, nuovi «filtri» per tante merci, con controlli e burocrazia relativa da sbrigare).
Per le non proprio floride casse italiane, 1.200 nuovi assunti nel solo Veneto sembrano comunque tanta roba. È anche vero, però, che i conti del Paese sono affossati dall’evasione fiscale. Per ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco in regione, 13.8 restano illegalmente nelle tasche dei contribuenti infedeli. La stima è della Cgia di Mestre, che parla di 9 miliardi sottratti allo Stato e fatti sparire in un anno. In ottica Italia, il conto sale a 113 miliardi, perché, dice sempre il centro studi degli artigiani, la propensione all’evasione nel resto del Paese è più alta che da noi. Domanda: se alle Agenzie arrivasse l’innesto dei 1.200, che risultati potrebbe portare in termini di lotta all’evasione? Quanto di quei 9 miliardi potrebbe essere recuperato? «Fin qui non si può arrivare – stoppa Motta -. Coi nuovi si potrebbero coprire i pensionamenti previsti, da qui al 2021, per “quota 100” e rimpolpare un po’ gli organici per tentare di garantire le attività e magari ampliarle. Oltre non andrei».
Sul fronte organici, dicono i sindacati, le punte di sofferenza sono «a Belluno e Rovigo, dove da anni non viene reintegrato il personale, ma forti problemi si riscontrano anche a Verona, Vicenza, Venezia e Padova». In questi uffici, a fronte del blocco delle assunzioni, le carenze numeriche si sommano ai pensionamenti in arrivo. A mancare sono anche i dirigenti: «L’ultimo concorso per figure apicali è del 1999... Tutte le direzioni, a parte Verona, sono a scavalco, con incarichi ad interim».
Piante organiche all’osso, età media dei dipendenti alta, premi produttività che non arrivano da due anni, «nonostante gli obiettivi fissati col ministero siano stati raggiunti»: il carro è questo, eppure è pronto nuovo carico, con la citata Brexit e la caccia alle rate dei condoni non pagate alle scadenze, da cui il Governo (da parecchi anni, per la verità) attende 5,05 miliardi. Tra i «compiti base» di Entrate e Dogane, però, ci sono già: garantire l’adempimento degli obblighi fiscali, servizi di catasto e geotopografici, anagrafe degli immobili, integrazione dei sistemi informatici attinenti alla fiscalità, servizio di trascrizione, quindi tutta l’attività doganale. Il recupero dell’evasione, tuttavia, resta un obiettivo centrale per le agenzie... «É uno degli obiettivi – conferma la sindacalista - ma diciamo che non riusciamo a garantirlo. Ricordo, oltre ai tanti compiti affidati, che le agenzie hanno anche il front office. Il rapporto con il pubblico è un altro aspetto che ci impegna molto...». . Il quesito vien da sé: non è che la lotta agli evasori venga sacrificata sull’altare delle incombenze quotidiane? «Questo non lo posso dire...».
In questo panorama, si profila l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici, algoritmi e software, e nuove possibilità di analizzare i dati dei contribuenti, incrociando dichiarazioni, conti correnti e molto altro. Saranno efficaci o, come dicono molti esperti, alla fine quel che conta è la volontà politica? «La volontà politica è fondamentale, certo. I nuovi strumenti sono benvenuti se portano risultati. Se otterremo risultati allora lo strumento potrà essere giudicato come utile». Volontà politica, per i sindacati di settore, in questo momento vuol dire essenzialmente assunzione di personale? «E anche investimenti in risorse». Strumenti, tecnologie? «Strumenti, tecnologia...».