Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Virus cinese, allerta in Veneto Scali, porti e ospedali pronti
Protocollo, si attende il ministero. Ca’ Foscari, vademecum agli studenti a Pechino
VENETO «A Nanchino, la città dove stavo studiando, è stato trovato un caso il giorno prima che lasciassi la Cina». Alex Pittari, 21enne studente dell’università Ca’ Foscari di Venezia, è rientrato in Italia lunedì dopo cinque mesi di scambio con il programma «overseas», sfuggendo al dilagare del «coronavirus». La forma di polmonite, diffusasi dalla città di Wuhan, si sta propagando anche oltre i confini cinesi, facendo temere lo sviluppo di una pandemia: i morti sono già sei e 291 le persone contagiate.
Alex è atterrato a Fiumicino, dove è stato sottoposto ai controlli degli agenti di quarantena. Come lui, sono tanti gli studenti degli atenei veneti interessati da scambi con la Cina e molti, in partenza per il secondo semestre, sono preoccupati dalla nuova forma di virus che si trasmette da uomo a uomo. «Devo dire che in Cina c’è meno paura che da noi – spiega Pittari – sono comunque state prese diverse precauzioni: sono state installate telecamere con recettori di calore in tutti gli aeroporti principali per individuare subito persone portatrici del virus». Il docente referente di Alex ha inviato a tutti gli studenti in Cina un vademecum con le precauzioni da adottare per limitare il rischio contagio: indossare la mascherina, lavarsi le mani frequentemente, evitare le zone più colpite dall’epidemia e, in caso di febbre, recarsi subito da un medico.
Se il virus sta dilagando in Cina, la preoccupazione è che possa arrivare in Europa e anche in Italia. Ieri, in Veneto, non erano ancora stati attivati particolari protocolli sanitari. Si attende la circolare del ministero della Salute con eventuali indicazioni che - fa sapere la Regione – verranno applicate nell’immediato. Se, infatti, il ministero ha fatto sapere che la possibilità che il virus arrivi è «moderata», l’allerta resta però alta e gli ospedali veneti, gli aeroporti e il sistema portuale sono pronti a mettere in campo le precauzioni necessarie. Anche perché il 2020 è l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina che, inaugurato ieri a Roma, promette di incrementare le relazioni tra i due paesi e quindi anche il numero di visitatori. Il 25 gennaio, poi, cade il Capodanno Cinese: periodo in cui ai lavoratori del gigante asiatico è concesso qualche giorno di ferie in più che, molti, sfruttano per viaggi di piacere. E l’Italia è una delle mete preferite dai cinesi, anzi la più scelta in Europa: nel 2018 - ultimi dati disponibili - gli arrivi hanno superato i 3 milioni con il Veneto che è stata la seconda Regione più scelta e Venezia tra le 4 città più visitate.
Al momento – potrebbero arrivare nuove indicazioni in giornata, perché si riunisce l’Organizzazione mondiale della sanità per diramare eventuali raccomandazioni – non sono però previste particolari misure di cautela in regione. Nessuna particolare restrizione all’aeroporto di Venezia, che con la Sars aveva adottato misure straordinarie, ma che, come gli altri nodi italiani che non hanno voli diretti dalla Cina, accoglie turisti già controllati in scali precedenti. Come quello di Roma Fiumicino, che ha voli diretti, e dove il ministero della Salute ha attivato un canale sanitario con controllo della temperatura dei viaggiatori che vengono «schedati» attraverso la compilazione di una scheda che ne indica percorso e destinazione.
Uno studente veneto A Nanchino, dove stavo studiando, trovato un caso il giorno prima che lasciassi la Cina