Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bassi e Casali in FdI Diktat di La Russa: «Ora voglio armonia e il gruppo unico»
VENEZIA «Massimo, ciao! Dai vieni a sederti vicino a noi...». «No grazie. Preferisco restare qui». Il fugace scambio di battute tra Ignazio La Russa e Massimo Giorgetti, andato in scena ieri in consiglio regionale, ben riassume il gelo sceso in Fratelli d’Italia dopo l’ingresso nel partito di Andrea Bassi e Stefano Casali, entrambi veronesi (come Giorgetti), eletti nel 2015 con la lista Tosi, impegnati al fianco del leghista Paolo Borchia alle ultime Europee ed ora convinti dalla «marcatura» del coordinatore regionale di Fdi Sergio Berlato ad aderire al progetto di Giorgia Meloni, chissà, forse con la promessa di una ricandidatura alle Regionali.
Pendono stalattiti sulla testa dei «Fratelli» (coltelli?) e lo dimostra
pure l’appello all’unità lanciato a sorpresa da La Russa, venuto a Venezia per tenere a battesimo i nuovi entrati e finito per fare da ambasciatore nella guerriglia che da tempo divide platealmente Berlato dall’assessore all’Istruzione Elena Donazzan (e i loro alfieri nelle diverse province) e che ora pare essersi estesa a Giorgetti. «Auspico grande armonia
in seno a Fratelli d’Italia ha detto il senatore - e credo che al nostro gruppo debba necessariamente ricongiungersi al più presto, già dopo le Regionali in Emilia, il gruppo di Donazzan e Giorgetti. Perché al di là dei tecnicismi, noi siamo per la chiarezza».
I «tecnicismi» a cui si riferisce La Russa riguardano la dotazione organica dei gruppi: un dirigente e tre dipendenti a prescindere dal numero dei consiglieri aderenti, così che la fusione tra Fratelli d’Italia e Più Italia-Amo il Veneto costringerebbe inevitabilmente al licenziamento o del personale di un gruppo o di quello dell’altro. Circostanza a cui né Giorgetti né Donazzan pensano minimamente, a prescindere dalle tensioni con Berlato e i nuovi arrivati.
Nell’occasione La Russa ha parlato anche del sostegno a Zaia, che secondo rumors di Palazzo sarebbe in dubbio, un po’ per la crescente competizione interna tra Fdi e la Lega e un po’ perché per i «Fratelli» nulla cambierebbe circa il numero degli eletti: «Non do per scontato il sostegno a Zaia - ha detto La Russa - ma lo considero naturale perché non vogliamo sottrarci all’impegno in Veneto e perché quando vince il centrodestra vince Fdi e viceversa». Le tensioni con la Lega? «Non c’è alcuna gara con loro, noi contrastiamo Cinque Stelle e Sinistra. È da sciocchi mettere zizzania». Annuiscono convinti Bassi e Casali: «Fdi è il vero motore per la rivincita e la crescita del centrodestra in Veneto». La Russa li vezzeggia: «Nelle nuove adesioni abbiamo badato alla qualità più che alla quantità».
E mentre si attende di capire quando Berlato volerà a Bruxelles beneficiando della Brexit (ma lui non fa mistero di preferire un’esperienza romana), è un rebus il possibile successore nel suo ruolo di coordinatore: «Ha fatto un lavoro straordinario - ha detto La Russa - ma non farà il coordinatore tutta la vita». Lui abbozza: «Finché avrò la fiducia di Meloni mi impegnerò al massimo».