Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Molière e la vita segregata di Agnese «La scuola delle mogli» secondo Cirillo

- Caterina Barone

«Vi sono la gioia e il dolore della vita, il teatro comico e quello tragico, come in Shakespear­e. Tutto avviene in un piccolo mondo con pochi personaggi». Questa la definizion­e sintetica con cui Arturo Cirillo tratteggia il profilo della Scuola delle mogli, la commedia di Molière della quale è regista e interprete nella sempre verde traduzione di Cesare Garboli. Al suo fianco sulla scena stasera e domani (ore 20.45) al Comunale di Thiene (Vicenza), Valentina Picello, Rosario Giglio, Marta

Pizzigallo e Giacomo Vigentini. Sul palco una casa girevole e stilizzata (ingegnosa creazione di Dario Gessati), di cui all’occorrenza si mostra l’interno, con la cameraprig­ione dove è costretta a

Uno dei momenti della «Scuola delle mogli» di Molière, diretto e interpreta­to da Arturo Cirillo , con Valentina Picello vivere Agnese - la giovane donna, cavia del folle e crudele esperiment­o del maturo Arnolfo - e l’esterno con una finestra che affaccia su una piazzetta, luogo d’incontro dei personaggi. Scottato da una precedente esperienza e perciò ossessiona­to dal timore di poter essere tradito una volta risposato, il protagonis­ta decide di allevare una ragazzina per farla diventare in futuro una moglie fedele e virtuosa, ma il suo maschilism­o misantropi­co gli si ritorcerà contro, trasforman­dolo da carnefice in vittima, quando Agnese si innamorerà di un giovane.

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In scena

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