Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Virus, caso studenti «Chi torna dalla Cina eviti le lezioni»
Rovigo, il Conservatorio: chi torna dalla Cina eviti le lezioni. L’invito di Ca’ Foscari: non partite e non venite
VENEZIA Coronavirus, scoppia il caso studenti. A far discutere è una circolare del conservatorio «Francesco Venezze» di Rovigo, in cui «si consiglia l’astensione dalle lezioni per chi arriva dalla Cina per un periodo di 14 giorni dalla data di rientro in Italia». In pratica si chiede ai 5 studenti cinesi di non frequentare le lezioni. Tres studenti di Hong Kong attesi al conservatorio di Padova non partiranno mentre Ca’ Foscari ora «sconsiglia vivamente la partenza per la Cina». Saltano, poi, i viaggi studio in Cina come al liceo veneziano Foscarini, «gemellato» con la Nankai High School di Tianjin.
VENEZIA Mentre i contagi da Coronavirus hanno superato quelli della Sars, in Veneto scoppia il caso studenti. A far discutere è una circolare emessa dal conservatorio «Francesco Venezze» di Rovigo, in cui «si consiglia l’astensione dalle lezioni per chi arriva dalla Cina per un periodo di 14 giorni dalla data di rientro in Italia». Certo, non sono i toni utilizzati dai conservatori di Como e soprattutto di Roma, che ha disposto la sospensione della frequenza alle lezioni per gli studenti orientali fino alla visita del medico scelto dal conservatorio stesso. I sette conservatori veneti sono frequentati da molti studenti cinesi, ma solo Rovigo ha adottato misure preventive.
«Un paio di professori si sono allarmati, abbiamo contattato l’Usl e siamo arrivati a questa circolare — spiega il direttore del conservatorio di Rovigo, Vincenzo Soravia —. Invitiamo gli studenti a permetterci di comunicare all’Usl i loro nominativi, affinché vengano posti sotto sorveglianza passiva». Il direttore del Servizio d’Igiene dell’Usl 5 Polesana, dottoressa Margherita Bellè, oltre a citare le disposizioni regionali aggiunge: «Per spazzare ogni dubbio,
"Canazza
Le posizioni assunte da Como e Roma sono eccessive, l’allarmismo non deve arrivare a questi livelli
in questi 14 giorni dal rientro si consiglia un isolamento domiciliare fiduciario ed è inopportuna la frequentazione di ambienti affollati, sportivi o scolastici».
Insomma si dice ai cinque studenti cinesi (tre rientrati dal proprio Paese e due in contatto con i genitori appena ritornati) di non frequentare le lezioni, per evitare rischi. «Dipendiamo da un ministero che ci concede delle autonomie, ma non è competenza di direttori o singoli docenti dettare condizioni o non fare lezione — dichiara Stefano Canazza, direttore del conservatorio «Agostino Steffani» di Castelfranco e presidente dei sette conservatori veneti —. Le posizioni assunte da Como e Roma sono eccessive, l’allarmismo non deve arrivare a questi livelli».
Sulla questione interviene anche Leopoldo Armellini, direttore del conservatorio «Cesare Pollini» di Padova: «Ho inviato una circolare agli insegnanti per chiedere loro di vigilare sugli studenti. Vigilare sugli allievi è un obbligo contrattuale, ma come faccio a interdire le lezioni su base razziale? A parte che le leggi razziali le abbiamo già avute, ma in ogni caso non ho l’autorità per assumere misure simili,
che devono arrivare dal ministero, dal prefetto o dal sindaco. I controlli vanno fatti negli aeroporti».
Il direttore si è premurato di accertarsi, tramite il tutor degli studenti cinesi, se qualcuno provenisse da Wuhan e quali fossero in caso le condizioni di salute. «Il tutor è al lavoro per aggiornarmi — continua Armellini —. Avremmo poi dovuto ospitare tre studenti di Hong Kong, ma hanno disdetto il viaggio: le autorità locali non li hanno fatti partire». Mentre sul web e sui
Social dilagano i fenomeni di psicosi, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che già aveva espresso l’intenzione di posticipare la partenza di una settantina di studenti coinvolti nel programma «Overseas», ora «sconsiglia vivamente la partenza per la Cina» e suggerisce di posticiparla «fino a quando non siano garantite in via ufficiale condizioni di piena sicurezza, ovvero di annullare del tutto la mobilità».
Disincentivata ogni partenza anche per gli studenti in arrivo. Le scuole di Venezia, soprattutto se con legami o progetti in corso con istituti cinesi, si stanno informando sulle possibilità di diffusione del virus, come il liceo Foscarini, «gemellato» con la Nankai High School di Tianjin. «Ospitiamo alcuni ragazzi cinesi — spiega il dirigente scolastico Massimo Zane — quelli che hanno passato le vacanze in Cina sono tornati prima dell’esplosione della pandemia e si sono sottoposti a tutti i controlli sanitari, quindi non creerei inutili allarmismi».
Se non va scatenato il panico il Foscarini, come il Barbarigo, ha comunque chiesto informazioni all’Usl 3 Serenissima. «Ci è stato detto, come tutela ulteriore, di monitorare gli studenti recentemente ritornati dalla Cina, misurando loro la febbre. Ma ripeto, non vanno alimentate psicosi». Il Foscarini ha intanto sospeso la visita alla Nankai High School in programma a settembre, in attesa di capire come evolverà la situazione. Analoga scelta per il liceo Franchetti, la cui classe quarta ha come terza lingua il cinese e in programma una visita tra settembre e ottobre.