Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bloccati 10 studenti e lunedì può rientrare la veneziana Petra
Ca’ Foscari Vivamente sconsigliata la partenza a 70 ragazzi, nessuna penalità sui bandi
VENEZIA Un numero di cellulare a disposizione di tutta la comunità universitaria di rientro da viaggi nelle aree colpite da epidemia di Coronavirus per fornire informazioni su come comportarsi, per ottenere assistenza e minimizzare le eventuali possibilità di trasmissione.
È questa l’iniziativa messa in moto dall’Università di Padova per tutelarsi dal virus per il quale l’Oms ha dichiarato l’emergenza globale. «Monitoriamo il flusso e non abbiamo studenti in partenza per la Cina, le università di destinazione sono chiuse e i voli bloccati – spiega il prorettore alle relazioni internazionali Alessandro Paccagnella –. Per chi è tornato recentemente, abbiamo raccolto i nominativi e passati al nostro laboratorio di microbiologia». Infatti, come si evince dalla nota del rettore, in caso di sintomi (febbre e tosse), si consiglia ai rientranti dalle aree colpite di chiamare il numero di cellulare, fissare un appuntamento per le indagini di laboratorio senza rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova per ridurre l’eventuale rischio di diffusione dell’infezione. «Ci sono poi una decina di studenti cinesi, tornati in occasione del Capodanno, che sono rimasti bloccati e non possono tornare in Italia – continua Paccagnella –. Teniamo
sotto controllo la situazione per capire se è possibile fare qualcosa, così come per un nostro studente che dovrebbe partire il 9 febbraio per Taiwan, una zona non al centro dell’epidemia».
Nel frattempo, l’inizio delle lezioni a metà febbraio gioca a favore dell’università padovana, che può così accertarsi dello stato delle persone rientrate secondo i 14 giorni di incubazione previsti. A Venezia, l’università Iuav ha bloccato la partenza per il secondo semestre di cinque studenti, di cui quattro appartenenti a un programma di «double degree» (doppio diploma) con un’università a Shanghai, attenendosi alle comunicazioni dell’ambasciata italiana in Cina. Nessun problema per gli studenti in rientro dalla Biennale di Shenzhen, arrivati in Italia prima dello scoppio dell’epidemia.
Ca’ Foscari, l’università veneta con il maggior numero di scambi con la Cina visto la rinomata facoltà di lingue orientali, già giovedì ha sconsigliato vivamente la partenza alla settantina di ragazzi coinvolti nel programma «Overseas», suggerendo di «posticiparla fino a quando non siano garantite in via ufficiale condizioni di piena sicurezza ovvero di annullare del tutto la mobilità». Ha anche sottolineato come, in caso di annullamento, non si incorra in alcuna penalizzazione rispetto ai prossimi bandi. Per quanto riguarda gli studenti in arrivo, Ca’ Foscari ne disincentiva ogni partenza.
Lunedì, inoltre, dovrebbe rientrare in Italia Petra Vidali, la studentessa veneziana di ventitré anni impegnata in un master a Wuhan, la città messa in quarantena focolaio del virus: è previsto infatti per domani l’arrivo dell’aereo militare organizzato dalla Farnesina per il rimpatrio dei cittadini italiani rimasti bloccati.