Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Domenica, città chiusa per bomba
Ore 6 tutti fuori di casa. Collegamenti minimi per Venezia. Locali e negozi apriranno più tardi Ordigno esploso in mare, la polemica dei pescatori: le conseguenze ambientali tutte da capire
Il botto, controllato,
VENEZIA dovrebbe arrivare intorno alle 17, dopo un viaggio di almeno quattro ore per raggiungere il mare di Pellestrina. Domani, dopo oltre una settimana di preparativi, Porto Marghera si libererà dell’ordigno aereo da 500 libbre scoperto in via Galileo Ferraris, non senza però prima costringere Venezia all’isolamento e far sgomberare una fetta di Mestre e Marghera.
Il programma
La prefettura ha disposto un’area di sicurezza con un raggio di 1.816 metri dal punto del ritrovamento, entro cui le case, gli alberghi, i negozi andranno sgomberati e non sarà neppure possibile mettere in moto automobili, autobus, treni e vaporetti. Vista la posizione, questo sancisce l’impossibilità di raggiungere Venezia lungo l’asse del ponte della Libertà, sia che ci si muova su strada, su rotaia o navigando lungo il canale di San Secondo. Il blocco del traffico privato inizierà alle 7, mezz’ora dopo si dovranno fermare anche i mezzi pubblici (ma la maggior parte delle corse Actv partiranno regolarmente solo fino alle 7.15). Già alle 6, invece, cominceranno a circolare le navette gratuite per portare i 3.500 residenti delle strade interessate — viale San Marco, ma anche via Torino e rione Pertini — al Taliercio, dove saranno accolti dalle colazioni calde preparate dalla protezione civile e dall’animazione per bambini organizzata dagli scout. Salvo imprevisti, le operazioni di despollettamento dovrebbero concludersi per le 12.30 (forse anche prima), a quel punto inizierà il trasporto verso il punto di brillamento: dal canale Brentelle fino alla bocca di porto di Malamocco verso il largo.
I collegamenti
L’isolamento di Venezia non sarà totale, anche se la raccomandazione è quella di evitare il viaggio se non in casi di emergenza: «Non si tratta di un capriccio, non si poteva fare altrimenti — ha spiegato il comandante della polizia locale Marco Agostini —. Abbiamo predisposto collegamenti alternativi, ma minimali». La città storica sarà raggiungibile via acqua da Chioggia, Punta Sabbioni, aeroporto e Fusina, ma è chiaro come solo le ultime due possibilità siano concrete per chi parte dalla terraferma. Alilaguna manterrà il suo servizio da Tessera ogni mezz’ora, con i bis pronti all’occorrenza, mentre Actv potenzierà il servizio di Terminal Fusina per avere anche da lì due mezzi all’ora — agli 00 e ai 30 — in partenza verso le Zattere, ripristinando la vecchia linea 16. Tutte le altre corse cambieranno percorsi e capolinea per evitare l’area di sicurezza, le ultime corse regolari partiranno entro le 7.20 dai rispettivi capolinea.
La città dimezzata
Le varie categorie si sono già organizzate: gli albergatori, così come il personale Actv, hanno cercato di rimodulare i turni favorendo i dipendenti residenti in laguna o comunque spostando gli orari per favorire gli spostamenti. La stessa soluzione ha coinvolto i Musei civici, grazie ad un accordo con i sindacati: i lavoratori timbreranno in anticipo e, in attesa dei visitatori, si occuperanno di altri compiti. I negozianti si sono rassegnati ad aprire in ritardo (il Fondaco dei Tedeschi alle 14 ad esempio), o restare direttamente chiusi, mentre ristoratori e baristi si sarebbero già organizzati singolarmente: «Nessuno si è lamentato — assicura Ernesto
Pancin, direttore Aepe — qualcuno avrà pensato che il tutto poteva essere organizzato in notturna, ma di fatto non c’erano alternative».
La bomba dovrebbe esplodere intorno alle 17, con un raggio di sicurezza di un chilometro per navi e barche e di due per i subacquei. Le conseguenze della detonazione sono tutte da chiarire, come specificano i pescatori: «Sono convinto che tutta l’operazione abbia previsto una valutazione di incidenza ambientale — dice Antonio Gottardo, presidente Legapesca — ma dal giorno seguente avvieremo una campagna di monitoraggio. Gli ordigni si fanno detonare nelle cave».