Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il Ballo del Doge Sautter: «Così Venezia rinasce»
L’imprenditrice e ideatrice: «Un viaggio nella nostra storia»
«Il Ballo del Doge è l’espressione delle mie visioni, che realizzo con le mie mani e con quelle di tanti artigiani che lavorano per me. Ed è fatto con l’anima di questa città per la rinascita di questa città. Un’anima che quest’anno è anche ferita. Perché dopo l’acqua granda del 12 novembre tutti hanno pensato che fossimo finiti. E invece i veneziani hanno insegnato al mondo che ci si rimbocca le maniche, non ci si commisera e si va avanti. Questo spirito meraviglioso la città l’ha fatto vedere nei giorni immediatamente dopo la tragedia: con la collaborazione di tutti e con gli angeli del fango. E deve farlo vedere anche ora». Antonia Sautter ha l’energia delle grandi occasioni. Di chi sa che in una notte si gioca un anno. Imprenditrice, ideatrice nel 1994 del Ballo del Doge e titolare della Antonia Sautter Creations & Events, società con la quale organizza eventi e ogni anno dà vita a una magia di Carnevale fatta di lusso, eleganza, costumi da sogno, spettacoli che trovano espressione nel Ballo del Doge, quest’anno Sautter ha cambiato quinta per il proprio show: da palazzo Pisani Moretta il ballo si sposta sabato 22 febbraio alla Scuola Grande della Misericordia per mettere in scena «Carnival Rhapsody - Provocation, Redemption, Miracle», il trittico di temi - provocazione, redenzione, miracolo - scelti per questa nuova «rapsodia veneziana».
Sautter, dopo i giorni della grande acqua alta, ci si chiede cosa serva ora a Venezia.
« Venezia ha bisogno di viaggiatori, non del turismo del selfie velocissimo in piazza San Marco. Serve un turismo che diventi viaggio vero, c’è bisogno di colui che venga per scoprire la città, non per esibire un trofeo. Venezia è un viaggio nella storia e nelle nostre radici, un viaggio nella nostra identità, soprattutto per noi italiani».
Qual è secondo lei l’essenza della città?
«Certamente i monumenti, ma anche le piccole attività produttive, quelle che da sempre sono state la struttura economica di questa città fin dal 1300, a quando risalgono le prime documentazioni dei mascareri. Oppure questo meraviglioso Carnevale, che da sempre anima la città, fa parte della nostra storia e della nostra anima. Purtroppo un turismo poco colto ha fatto sì che tutto questo si stia perdendo. Di veri artigiani ne esistono pochi, molti sono spariti nonostante la loro passione. E invece è una città che merita la contemplazione, perché solo questa ti permette di scoprire i tanti aspetti che affiorano perdendosi e osservando».
Il Ballo del Doge rappresenta l’anima di Venezia?
«Il mio ballo è l’espressione di tanto artigianato, di attività produttive vere: di chi dipinge fondali a mano seguendo i miei bozzetti, di sarte dalle mani operose che lavorano per la soddisfazione di creare qualcosa di bello, e sapendo di far parte di una città che ha bisogno del lavoro fatto bene per stare in piedi. È l’orgoglio di essere veneziani e di restituire qualcosa alla città. Io spesso sono tacciata di essere una commerciante, ma mi dispiace: non lo sono affatto. Il mio unico obiettivo è quello di fare le cose per bene».
È vero che la narrazione dell’acqua granda vi ha penalizzato?
«Noi siamo stati penalizzati dai social e da notizie che sono state veicolate malissimo all’estero. Prima l’acqua alta, poi l’acqua bassa. Siamo sulla cresta dell’onda solo per le cose brutte! Ci sono invece tanti veneziani che alla città credono davvero. Io mi gioco tutto in una notte: è lusso sfrenato, è vero. Ma ci sono oltre 500 persone che lavorano solo per una notte: può succedere solo a Venezia. È l’effimero che diventa eterno. La città è pronta per un grande Carnevale».
Non a caso c’è il tema del miracolo nel Ballo quest’anno.
«Io credo nei miracoli. Solo così qualcosa di magico può accadere. Venezia ha vissuto un periodo doloroso: non ce lo meritavamo. Si può forse dire che il miracolo avverrà, basta crederci. E basta far riferimento alla nostra bella forza positiva. Ci saranno spettacoli a tema rispetto alle tre sezioni: i tre temi saranno sviluppati al piano terra e succederà un miracolo che riguarda Venezia. Ci sono gli angeli, un grande Nettuno, ma di più non posso svelare».
Quest’anno ha tanti contendenti...
«Chiunque faccia un’attività va incoraggiato. Tutti devono rincorrere i propri sogni».
Pensare anche a qualcosa di minor impatto ma più radicato?
«Ci sto lavorando. È un progetto che ho nel cassetto e lo stiamo strutturando. Ho bisogno di spazio per realizzarlo».
"Dopo l’acqua granda i veneziani hanno dato una grande lezione