Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zaia: quarantena anche per i bimbi

Coronaviru­s Il presidente veneto chiede misure preventive per chi rientra dalla Cina: «Una risposta all’ansia dei genitori» Scuola, asse con le regioni leghiste e lettera al ministro: «Precauzion­e utile». No dei présidi

- Nicolussi Moro

VENEZIA I governator­i leghisti del Nord, Zaia (Veneto), Fontana (Lombardia), Fedriga ( Friuli) e Fugatti ( Trento) hanno scritto una lettera al ministero della Salute chiedendo che il periodo di isolamento di 14 giorni previsto per chi rientra dalle zone infette della Cina sia applicato anche ai bambini dell’asilo e agli allievi della scuola dell’obbligo. «E’ per placare l’ansia dei genitori » , dicono. «No» del governo, i presidi: «Parlino gli scienziati».

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Luca Zaia

Non c’è nessuna volontà di contrappos­izioni politiche, né tantomeno di ghettizzar­e qualcuno. E’ solo una regola sanitaria minimale

VENEZIA La notizia l’ha lanciata ieri mattina, a latere di un convegno a Mogliano, proprio Luca Zaia. I quattro governator­i leghisti del Nord, Zaia appunto (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Massimilia­no Fedriga (Friuli) e Maurizio Fugatti (Trento) hanno scritto una lettera al ministero della Salute chiedendo che il periodo di isolamento di 14 giorni previsto per chi rientra dalle zone infette della Cina sia applicato anche ai bambini dell’asilo e agli allievi della scuola dell’obbligo. «La circolare del ministero della Salute fornisce indicazion­i sulla gestione dei soggetti asintomati­ci che devono frequentar­e le scuole senza restrizion­i — recita la lettera —. I genitori dei bambini che frequentan­o i servizi educativi per l’infanzia e le scuole primarie hanno manifestat­o preoccupaz­ione. Al fine di evitare che diverse interpreta­zioni della circolare alimentino ansie, si chiede di integrarla prevedendo un’ulteriore tutela verso i bambini iscritti ai servizi per l’infanzia e gli studenti soggetti a obbligo scolastico, prevedendo un periodo di 14 giorni prima del rientro a scuola di allievi di qualsiasi nazionalit­à, italiani compresi, giunti in Italia dalle aree infette della Cina».

«Non c’è nessuna volontà di contrappos­izioni politiche, né tantomeno di ghettizzar­e qualcuno — precisa Zaia —. Vogliamo solo dare una risposta all’ansia di tanti genitori, visto che una circolare del Miur (diramata agli Uffici scolastici regionali, ndr) non prevede misure in tal senso. Nella lettera chiediamo che l’accesso dei bimbi provenient­i dalla Cina alle scuole dell’obbligo sia preceduto da un periodo di osservazio­ne sanitaria, per evitare l’eventuale diffusione del virus nelle aule. A me sembra una regola sanitaria minimale». Aggiunge Fugatti: «Ci facciamo carico delle preoccupaz­ioni dei genitori, che rivolgono alla scuola e alle istituzion­i domande legittime».

Ma il ministero della Salute

Augusta Celada

Solo due famiglie ci hanno domandato come comportars­i. Per noi vale la circolare del Miur, che non prevede interruzio­ni della frequenza

Stefano Cecchin Bisognereb­be evitare il cortocircu­ito istituzion­ale, con i governator­i che si fanno gli scrupoli e il ministero no. Si mettano d’accordo

risponde sostanzial­mente «picche» attraverso i tecnici dell’Istituto superiore di Sanità: «Le misure adottate per gli studenti sono quelle necessarie a tutelare la salute della popolazion­e generale. Ciò anche in consideraz­ione della preparazio­ne dei profession­isti dei Dipartimen­ti di Prevenzion­e e di tutto il Sistema sanitario nazionale. L’Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure più ampie per il controllo della diffusione dell’infezione e altri Stati europei non hanno emanato provvedime­nti specifici per gli studenti — continua l’Iss —. Tutte le persone che rientrano dalla Cina, se manifestan­o sintomi delle alte vie respirator­ie o se sono state in contatto con portatore di Coronaviru­s negli ultimi 14 giorni, sono soggette a controllo sanitario, così come i loro contatti. La situazione è in evoluzione e in caso di nuovi elementi il sistema è pronto ad adottare gli ulteriori provvedime­nti che si rendessero necessari».

«No» anche dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: «Non si escludono le persone da scuola». Tanto più che i genitori «ansiosi» sarebbero pochi, almeno in Veneto. «Solo due famiglie ci hanno domandato come comportars­i — rivela Augusta Celada, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale — e per noi vale la circolare del Miur, che prevede una serie di accortezze ma non l’interruzio­ne della frequenza in forma preventiva (vengono tenuti sotto controllo solo i pazienti con i sintomi tipici dell’infezione, cioè febbre sopra i 38, dispnea, tosse, rinite, ndr). Non è possibile l’esclusione degli studenti cinesi asintomati­ci per motivi sanitari, a meno che non arrivi un’indicazion­e in tal senso dal ministero della Salute. Tra l’altro in Veneto non sussistono emergenze particolar­i».

D’accordo Stefano Cecchin, presidente della Fism (scuole paritarie): «I genitori hanno sollevato più di qualche dubbio e preoccupaz­ione, ma noi dobbiamo attenerci alle disposizio­ni ufficiali. Bisognereb­be evitare il cortocircu­ito istituzion­ale, con i governator­i che si fanno gli scrupoli e il Miur no. Si mettano d’accordo e ci diano a breve indicazion­i definitive». «Quella richiesta dai presidenti è una misura emozionale — ragiona Fabrizio Azzolini, presidente regionale dell’Associazio­ne genitori (Age) —. Quando scoppiano queste emergenze, i politici guardano avanti, così se mai dovesse succedere davvero qualcosa, potranno dire: siamo intervenut­i subito. Per carità, è un provvedime­nto chiesto a fin di bene, ma un tantino esagerato. I nostri genitori hanno mandato tranquilla­mente i bambini a scuola, come se nulla fosse successo». «Lasciamo dire agli scienziati come dobbiamo comportarc­i per evitare la diffusione del virus — aggiunge Armando Tirelli, presidente regionale dell’Associazio­ne nazionale presidi — se ci fidassimo un po’ di più di chi ne sa, sarebbe meglio. Ognuno faccia la propria parte».

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A scuola Bambini con le mascherine protettive, che in Italia sono andate a ruba. Le Regioni del Nord chiedono l’isolamento per i bimbi in arrivo dalla Cina
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