Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zaia: quarantena anche per i bimbi
Coronavirus Il presidente veneto chiede misure preventive per chi rientra dalla Cina: «Una risposta all’ansia dei genitori» Scuola, asse con le regioni leghiste e lettera al ministro: «Precauzione utile». No dei présidi
VENEZIA I governatori leghisti del Nord, Zaia (Veneto), Fontana (Lombardia), Fedriga ( Friuli) e Fugatti ( Trento) hanno scritto una lettera al ministero della Salute chiedendo che il periodo di isolamento di 14 giorni previsto per chi rientra dalle zone infette della Cina sia applicato anche ai bambini dell’asilo e agli allievi della scuola dell’obbligo. «E’ per placare l’ansia dei genitori » , dicono. «No» del governo, i presidi: «Parlino gli scienziati».
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Luca Zaia
Non c’è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, né tantomeno di ghettizzare qualcuno. E’ solo una regola sanitaria minimale
VENEZIA La notizia l’ha lanciata ieri mattina, a latere di un convegno a Mogliano, proprio Luca Zaia. I quattro governatori leghisti del Nord, Zaia appunto (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli) e Maurizio Fugatti (Trento) hanno scritto una lettera al ministero della Salute chiedendo che il periodo di isolamento di 14 giorni previsto per chi rientra dalle zone infette della Cina sia applicato anche ai bambini dell’asilo e agli allievi della scuola dell’obbligo. «La circolare del ministero della Salute fornisce indicazioni sulla gestione dei soggetti asintomatici che devono frequentare le scuole senza restrizioni — recita la lettera —. I genitori dei bambini che frequentano i servizi educativi per l’infanzia e le scuole primarie hanno manifestato preoccupazione. Al fine di evitare che diverse interpretazioni della circolare alimentino ansie, si chiede di integrarla prevedendo un’ulteriore tutela verso i bambini iscritti ai servizi per l’infanzia e gli studenti soggetti a obbligo scolastico, prevedendo un periodo di 14 giorni prima del rientro a scuola di allievi di qualsiasi nazionalità, italiani compresi, giunti in Italia dalle aree infette della Cina».
«Non c’è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, né tantomeno di ghettizzare qualcuno — precisa Zaia —. Vogliamo solo dare una risposta all’ansia di tanti genitori, visto che una circolare del Miur (diramata agli Uffici scolastici regionali, ndr) non prevede misure in tal senso. Nella lettera chiediamo che l’accesso dei bimbi provenienti dalla Cina alle scuole dell’obbligo sia preceduto da un periodo di osservazione sanitaria, per evitare l’eventuale diffusione del virus nelle aule. A me sembra una regola sanitaria minimale». Aggiunge Fugatti: «Ci facciamo carico delle preoccupazioni dei genitori, che rivolgono alla scuola e alle istituzioni domande legittime».
Ma il ministero della Salute
Augusta Celada
Solo due famiglie ci hanno domandato come comportarsi. Per noi vale la circolare del Miur, che non prevede interruzioni della frequenza
Stefano Cecchin Bisognerebbe evitare il cortocircuito istituzionale, con i governatori che si fanno gli scrupoli e il ministero no. Si mettano d’accordo
risponde sostanzialmente «picche» attraverso i tecnici dell’Istituto superiore di Sanità: «Le misure adottate per gli studenti sono quelle necessarie a tutelare la salute della popolazione generale. Ciò anche in considerazione della preparazione dei professionisti dei Dipartimenti di Prevenzione e di tutto il Sistema sanitario nazionale. L’Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure più ampie per il controllo della diffusione dell’infezione e altri Stati europei non hanno emanato provvedimenti specifici per gli studenti — continua l’Iss —. Tutte le persone che rientrano dalla Cina, se manifestano sintomi delle alte vie respiratorie o se sono state in contatto con portatore di Coronavirus negli ultimi 14 giorni, sono soggette a controllo sanitario, così come i loro contatti. La situazione è in evoluzione e in caso di nuovi elementi il sistema è pronto ad adottare gli ulteriori provvedimenti che si rendessero necessari».
«No» anche dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: «Non si escludono le persone da scuola». Tanto più che i genitori «ansiosi» sarebbero pochi, almeno in Veneto. «Solo due famiglie ci hanno domandato come comportarsi — rivela Augusta Celada, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale — e per noi vale la circolare del Miur, che prevede una serie di accortezze ma non l’interruzione della frequenza in forma preventiva (vengono tenuti sotto controllo solo i pazienti con i sintomi tipici dell’infezione, cioè febbre sopra i 38, dispnea, tosse, rinite, ndr). Non è possibile l’esclusione degli studenti cinesi asintomatici per motivi sanitari, a meno che non arrivi un’indicazione in tal senso dal ministero della Salute. Tra l’altro in Veneto non sussistono emergenze particolari».
D’accordo Stefano Cecchin, presidente della Fism (scuole paritarie): «I genitori hanno sollevato più di qualche dubbio e preoccupazione, ma noi dobbiamo attenerci alle disposizioni ufficiali. Bisognerebbe evitare il cortocircuito istituzionale, con i governatori che si fanno gli scrupoli e il Miur no. Si mettano d’accordo e ci diano a breve indicazioni definitive». «Quella richiesta dai presidenti è una misura emozionale — ragiona Fabrizio Azzolini, presidente regionale dell’Associazione genitori (Age) —. Quando scoppiano queste emergenze, i politici guardano avanti, così se mai dovesse succedere davvero qualcosa, potranno dire: siamo intervenuti subito. Per carità, è un provvedimento chiesto a fin di bene, ma un tantino esagerato. I nostri genitori hanno mandato tranquillamente i bambini a scuola, come se nulla fosse successo». «Lasciamo dire agli scienziati come dobbiamo comportarci per evitare la diffusione del virus — aggiunge Armando Tirelli, presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi — se ci fidassimo un po’ di più di chi ne sa, sarebbe meglio. Ognuno faccia la propria parte».