Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sepolta viva, familiari senza risarcimen­to

Jennifer era incinta e venne uccisa dall’ex compagno: sentenza ribaltata in Appello

- (a. zo.)

VENEZIA Nessun risarcimen­to alla famiglia di Jennifer Zacconi in Appello.

VENEZIA La loro figlia e nipote Jennifer Zacconi è morta ormai quasi 14 anni fa, con in grembo un bimbo quasi al nono mese, uccisa dall’ex compagno e papà del nascituro Lucio Niero. Ma Anna Maria Giannone e suo padre Giuseppe non vedranno nemmeno un euro di risarcimen­to, salvo che la Cassazione ribalti tutto per la seconda volta.

Tutto nasce dalla direttiva europea 80 del 2004, secondo cui «le singole vittime di reati intenziona­li violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimen­to del danno del reo, hanno il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza l’indennizzo equo e adeguato». Sulla base di questo principio la mamma e il nonno di Jennifer, nel novembre 2013, avevano ottenuto dal tribunale di Roma un risarcimen­to di 80 mila euro dallo Stato: cioè la somma che, per il gup che aveva condannato Niero a 30 anni di carcere, la donna avrebbe dovuto ricevere come provvision­ale, se non fosse che l’imputato non aveva più un centesimo, tanto che nel corso del processo era stato ammesso al gratuito patrocinio. Il giudice aveva anche censurato lo Stato per non essersi adeguato alla direttiva di Bruxelles.

Ora però, a distanza di sei anni, per i due Giannone arriva la «doccia gelata» della prima sezione della Corte d’appello di Roma, che ha ribaltato la sentenza sulla base di un principio del tutto diverso: cioè che quel «vittima» vada inteso in senso stretto, «limitata al soggetto su cui è caduta l’azione delittuosa», non i parenti. Inoltre la Corte stabilisce che tale direttiva si poneva principalm­ente il compito di armonizzar­e le varie legislazio­ni, soprattutt­o per tutelare le situazioni «transfront­aliere». La vicenda però non è finita qui, perché il loro avvocato Claudio Defilippi annuncia, appunto, ricorso alla Corte di Cassazione. Anche perché, con questa interpreta­zione, mai si potrebbe tutelare la vittima di un omicidio, che ovviamente non c’è più.

L’omicidio di Jennifer è stato uno dei più terribili della storia veneziana recente. La 19enne frequentav­a il locale veneziano di Niero, sposato con figli, e i due avevano intrecciat­o una relazione. Lei era rimasta incinta e voleva tenere il bambino, mentre lui si era opposto. Nel corso dell’ennesimo litigio, nell’aprile del 2006, quando mancavano pochi giorni al parto, Niero l’aveva strozzata con forza e poi seppellita in un fossato a Maerne, nel Veneziano: l’autopsia successiva aveva dimostrato che in quel momento era ancora viva, soffocando a causa della terra che le impediva di respirare.

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