Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Emergenza smog Allerta rossa in quattro città
L’assessore Bottacin: governo inadempiente, pronti a metterlo in mora. Il ministero: non risulta
VENEZIA Torna l’allerta rossa in 4 città venete a causa delle polveri sottili alle stelle. Si spera nel forte vento previsto da Arpav nelle prossime ore. Intanto infuria la polemica fra Venezia e Roma sui fondi.
VENEZIA Torna l’allerta «rossa» in quattro città del Veneto: Padova, Treviso, Vicenza e Rovigo. A Mestre e Verona non è che si stia tanto meglio: qui l’allerta è solo «arancione». Lo smog è il leit motiv di questo inizio 2020, caratterizzato da continui sforamenti dei livelli di Pm10 con relativo obbligo, in base all’accordo tra le Regioni del Bacino Padano del giugno 2017, dei Comuni capoluogo di adottare specifiche misure anti inquinamento (da oggi, con l’allerta «rossa» viene interdetta la circolazione dalle 8.30 alle 18.30 ai motoveicoli a due tempi Euro 0, ai veicoli a benzina Euro 0 ed Euro 1, diesel Euro 0, 1, 2, 3 e 4 e ai veicoli commerciali a gasolio Euro 0, 1, 2, 3 e 4 (ma limitatamente alla fascia oraria 8.30-12.30), oltre a motoveicoli e ciclomotori Euro 0).
Il prossimo bollettino Arpav. atteso giovedì, sancirà se le disposizioni dovranno proseguire fino alla settimana prossima. Probabile che un « aiuto » possa arrivare dal vento, anche forte, che ha spinto la Regione a decretare la fase operativa di «Attenzione» su tutto il territorio, a partire dalle 11 di oggi fino alla mezzanotte di domani.
Vento forte, intanto, spira da Venezia verso Roma, con la dura presa di posizione dell’assessore regionale all’Ambiente, il leghista Gian Paolo Bottacin, che proprio riferendosi all’accordo del 2017 sul «Bacino Padano» minaccia di «mettere in mora il governo inadempiente». A cosa si riferisce Bottacin? «Al fatto - spiega - che dal 2017 a oggi la quasi totalità degli aspetti, in particolare quelli economici, continuano a essere disattesi dall’esecutivo».
Bottacin manifesta senza mezzi termini il «timore» che serpeggia tra le Regioni del Bacino Padano. «Abbiamo proposto al governo anche di recente - dice - di rimodulare l’accordo. Perché deve essere chiaro che non siamo disposti a subire eventuali procedure d’infrazione dell’Europa verso l’Italia per gli sforamenti di sostanze inquinanti se non ci viene data la possibilità concreta di porre gli adeguati rimedi».
È arrabbiato Bottacin. Le sue prese di posizione seguono gli incontri di mercoledì scorso a Roma con i colleghi di tutte le Regioni d’Italia e il venerdì successivo con gli assessori del Bacino Padano. E al ministro Sergio Costa rivolge accuse ben precise: «A parte il fatto che sono mesi e mesi che non incontra gli assessori all’Ambiente delle Regioni che fanno parte del Bacino Padano - e questo è già di per sé scandaloso - vorrei sapere se è andato a Bruxelles a spiegare all’Europa che la Pianura Padana è un caso unico al mondo perché non c’è ricambio d’aria, aggiungendo che nonostante questo negli ultimi dieci anni c’è stato un calo di inquinanti del 40 per cento. E poi vorrei ricordargli che l’accordo parla chiaro: se noi come Regione investiamo 100 - e lo abbiamo fatto più volte in questi anni - la stessa cifra deve essere investita dal ministero. E questo non è mai accaduto». Un attimo di pausa e poi l’affondo finale: «Inoltre, si sollecita il governo ad attuare le misure del protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso giugno al “Clean Air Dialogue”, che avrebbe dovuto trasferire entro sei mesi 400 milioni di euro l’anno sul Fondo per l’Ambiente alle quattro Regioni».
Fonti afferenti al ministero dell’Ambiente, però, garantiscono che, dopo accurata verifica, non risultano inadempienze sullo stanziamento dei fondi, specificando che la questione della Pianura Padana «è ben presente» e che anche a Bruxelles «la questione è stata posta».
Il ministro Costa, dal canto suo, fa sapere di «essere disposto a un incontro con l’assessore Bottacin», specificando che «assieme si potrebbe anche ragionare sul fatto che se gli strumenti attuali risultassero inadeguati c’è la possibilità, insieme, di studiarne e proporne altri, magari più consoni per l’area della Pianura Padana».
"Costa Sono disposto a incontrare l’assessore del Veneto Bottacin