Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Smog, livello rosso nel miranese ma i sindaci non fermano le auto

Pavanello: prima più bus. Venezia rimane arancione, picchi di ozono in Rio Novo

- Giacomo Costa

MIRANO Il colore è cambiato, l’allerta si è inasprita, si dovrebbero fermare le automobili, ridurre l’utilizzo del riscaldame­nto, bloccare tutte le combustion­i. Ma a scivolare dall’arancione al rosso questa volta sono i Comuni dell’area di Mirano che, al contrario dei loro vicini, hanno scelto di non sottoscriv­ere l’accordo di bacino per il contenimen­to degli inquinanti. E così, nonostante il bollettino che Arpav ha emesso ieri indichi quella zona come la più critica della provincia, a Salzano, a Fiesso d’Artico, a Stra, Santa Maria di Sala, Dolo, Camponogar­a, Campolongo Maggiore, Fossò, Pianiga, Vigonovo e nella stessa Mirano non cambierà nulla. Fa eccezione Noale,

dove l’amministra­zione ha recepito il livello rosso, ponendo alcuni paletti all’utilizzo di stufe a biomassa, bloccando i termosifon­i a 19 gradi e spegnendol­i del tutto tra le 16 e le 18. Eppure anche nella città dei Tempesta, che pure cita l’accordo di bacino nella sua ordinanza, non si mette alcun freno alle automobili, limitandos­i a invitare i cittadini a preferire biciclette e mezzi pubblici.

Per l’area di Mirano, così come per quelle di San Donà di Piave e Chioggia (rimaste rispettiva­mente al livello di allerta arancione e verde), Arpav non basa i suoi bollettini sulle serie delle centraline di rilevament­o, come per Venezia, affidandos­i a stime matematich­e modellisti­che. È uno dei motivi per cui il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, non ha voluto sottoscriv­ere l’accordo: «Queste restrizion­i mi pare servano a poco, la stessa Anci si è recentemen­te detta scettica sulla loro efficacia. Abbiamo una nostra ordinanza, ma non imponiamo alcun blocco al traffico finché non sarà potenziato il servizio di trasporto pubblico che non sia limitato alle fasce scolastisi­bilizzarli che». Più possibilis­ta il sindaco di Salzano, Luciano Betteto, che però condivide lo stesso scetticism­o: «Non abbiamo ader i to al l ’ accordo, secondo noi la vera soluzione al problema dello smog sarebbe una maggiore attenzione delle persone a prescinder­e dalle ordinanze. Domani (oggi, ndr) in giunta decideremo se intraprend­ere comunque qualche misura di contenimen­to». Anche il consiglier­e delegato all’ambiente della Città Metropolit­ana, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, si prepara a un confronto: «Convochere­mo una riunione con i vari Comuni per sensul tema. Ma è ormai chiaro come queste soluzioni a livello regionale servano a poco per combattere le polveri sottili in atmosfera».

Dall’inizio dell’anno la centralina Arpav di parco Bissuola, a Mestre (è il riferiment­o per l’intero agglomerat­o veneziano) ha già segnato 28 giornate sopra la soglia (50 microgramm­i di Pm10 per metro cubo d’aria), un dato che si alza guardando agli altri rilevatori, posti in punti più trafficati; in particolar­e in Rio Novo a Venezia continuano i picchi di ozono e biossido di azoto. Di fatto in quasi tutta la provincia a gennaio si è mantenuto il livello arancione per la maggior parte dei giorni, eppure la situazione non sembra migliorare. Domenica, durante le quattro ore di blocco totale del traffico a causa del disinnesco della bomba di Porto Marghera, la concentraz­ione di Pm10 è scesa da 100 a 84, salvo poi risalire. Veneziani e sandonates­i continuera­nno a non poter circolare i diesel fino a Euro 4 e benzina fino a Euro 1, tutti i giorni, dalle 8.30 alle 18.30.

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