Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Smog, livello rosso nel miranese ma i sindaci non fermano le auto
Pavanello: prima più bus. Venezia rimane arancione, picchi di ozono in Rio Novo
MIRANO Il colore è cambiato, l’allerta si è inasprita, si dovrebbero fermare le automobili, ridurre l’utilizzo del riscaldamento, bloccare tutte le combustioni. Ma a scivolare dall’arancione al rosso questa volta sono i Comuni dell’area di Mirano che, al contrario dei loro vicini, hanno scelto di non sottoscrivere l’accordo di bacino per il contenimento degli inquinanti. E così, nonostante il bollettino che Arpav ha emesso ieri indichi quella zona come la più critica della provincia, a Salzano, a Fiesso d’Artico, a Stra, Santa Maria di Sala, Dolo, Camponogara, Campolongo Maggiore, Fossò, Pianiga, Vigonovo e nella stessa Mirano non cambierà nulla. Fa eccezione Noale,
dove l’amministrazione ha recepito il livello rosso, ponendo alcuni paletti all’utilizzo di stufe a biomassa, bloccando i termosifoni a 19 gradi e spegnendoli del tutto tra le 16 e le 18. Eppure anche nella città dei Tempesta, che pure cita l’accordo di bacino nella sua ordinanza, non si mette alcun freno alle automobili, limitandosi a invitare i cittadini a preferire biciclette e mezzi pubblici.
Per l’area di Mirano, così come per quelle di San Donà di Piave e Chioggia (rimaste rispettivamente al livello di allerta arancione e verde), Arpav non basa i suoi bollettini sulle serie delle centraline di rilevamento, come per Venezia, affidandosi a stime matematiche modellistiche. È uno dei motivi per cui il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, non ha voluto sottoscrivere l’accordo: «Queste restrizioni mi pare servano a poco, la stessa Anci si è recentemente detta scettica sulla loro efficacia. Abbiamo una nostra ordinanza, ma non imponiamo alcun blocco al traffico finché non sarà potenziato il servizio di trasporto pubblico che non sia limitato alle fasce scolastisibilizzarli che». Più possibilista il sindaco di Salzano, Luciano Betteto, che però condivide lo stesso scetticismo: «Non abbiamo ader i to al l ’ accordo, secondo noi la vera soluzione al problema dello smog sarebbe una maggiore attenzione delle persone a prescindere dalle ordinanze. Domani (oggi, ndr) in giunta decideremo se intraprendere comunque qualche misura di contenimento». Anche il consigliere delegato all’ambiente della Città Metropolitana, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, si prepara a un confronto: «Convocheremo una riunione con i vari Comuni per sensul tema. Ma è ormai chiaro come queste soluzioni a livello regionale servano a poco per combattere le polveri sottili in atmosfera».
Dall’inizio dell’anno la centralina Arpav di parco Bissuola, a Mestre (è il riferimento per l’intero agglomerato veneziano) ha già segnato 28 giornate sopra la soglia (50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria), un dato che si alza guardando agli altri rilevatori, posti in punti più trafficati; in particolare in Rio Novo a Venezia continuano i picchi di ozono e biossido di azoto. Di fatto in quasi tutta la provincia a gennaio si è mantenuto il livello arancione per la maggior parte dei giorni, eppure la situazione non sembra migliorare. Domenica, durante le quattro ore di blocco totale del traffico a causa del disinnesco della bomba di Porto Marghera, la concentrazione di Pm10 è scesa da 100 a 84, salvo poi risalire. Veneziani e sandonatesi continueranno a non poter circolare i diesel fino a Euro 4 e benzina fino a Euro 1, tutti i giorni, dalle 8.30 alle 18.30.