Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Corteo per il porto con enti e ditte. Caos sulle grandi navi
Manifestazione giovedì 13 alla Marittima. A Roma problemi sui terminal provvisori e sulle soluzioni definitive
VENEZIA Sopra, un’immagine dall’alto del porto. Sotto, San Marco e Palazzo Ducale a testa in giù. «E se rovesciamo Venezia?», sarà lo slogan di giornata. Giovedì 13 febbraio istituzioni e operatori lanciano un’intera mattina in difesa di un «futuro per la città-porto». E lo faranno prima con una manifestazione di imprenditori e lavoratori nel bacino della Marittima, emblema di quel dibattito sulle grandi navi che dura dal 2012 e non ha ancora trovato una soluzione, anche se i problemi ci sono anche sul fronte commerciale a causa dei bassi fondali e di quel protocollo fanghi che non arriva; poi con un convegno il cui sottotitolo è «Il porto è vita, Venezia è viva». «E’ anche una risposta a chi dice che la città è morta ed è solo dedita al turismo - spiega Alessandro Santi, presidente dell’Assoagenti del Veneto, promotore dell’iniziativa - Gli stessi però spesso si oppongono alla portualità, ma è una contraddizione». La manifestazione dovrebbe prevedere anche una parte acquea, poi si parlerà del futuro del porto con un’introduzione di Santi e del presidente nazionale di Assoagenti Gian Enzo Duci, quindi istituzioni e operatori: dal sindaco Luigi Brugnaro, al presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino, dall’ammiraglio Piero Pellizzari al presidente di Confindustria Vincenzo Marinese, dai rappresentanti di categoria e quelli dei terminal.
Intanto tra Venezia e Roma si continua a lavorare sul futuro della crocieristica, in vista del Comitatone che dovrebbe essere fissato per fine febbraio e che si concentrerà proprio su quel tema. Ma nelle riunioni governative pare che non si stia trovando la quadra. Nel corso degli incontri recenti sarebbe emerso in maniera netta che le soluzioni sul tavolo sono più complesse di quello che sembra, sia quelle provvisorie, che quelle a definitive. Tra le prime, fin da quando era ministro Danilo Toninelli, le attenzioni si erano concentrate su Fusina e sulla banchina Lombardia di Tiv: ma al terminal traghetti possono arrivare solo navi piccole, fino a 50-55 mila tonnellate (anche se la società Roportmos avrebbe una proposta per adeguare le banchine a quelle più grandi), e solo un paio a settimana fino a quando non saranno conclusi i lavori di raddoppio; il terminal Tiv invece non sarebbe pronto prima di dicembre, visto che servono 270 giorni di cantieri e 1,2 milioni di euro di investimento per adeguare la banchina. Quanto a quelle definitive, ieri il M5s, per bocca della deputata Arianna Spessotto, è tornata a bocciare le ipotesi interne alla laguna, sia Marghera che il canale dei Petroli: «I problemi sono molteplici, da quelli ambientali, all’erosione, alla commissione con i traffici commerciali. Bisogna non sprecare altro tempo». (a. zo.)
M5s Spessotto: troppi problemi per ipotesi dentro la laguna
Tiv Per adeguare la banchina servono nove mesi di lavori