Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’incognita degli altri ordigni «Marghera tra le più colpite»
Il prefetto: sinergica cooperazione. Il caso dei pesci
● tante è che non si sia stato alcun imprevisto». Gli artificieri salutano con un arrivederci: in tutta Italia gli inesplosi sono incalcolabili, da semplici bombe a mano fino a confetti anche quattro volte quello disinnescato domenica, ma in particolare Marghera, le sue fabbriche e le sue banchine, ne sono tempestate. «Gli Alleati sapevano bene dove colpire, hanno bombardato i collegamenti portuali, le raffinerie e i depositi di carburante. E quindi una delle zone più colpite era proprio quella dove è stata ritrovata questa bomba aerea», conferma Gianluca Palma responsabile dell’Ente zona industriale. Nelle planimetrie dei bombardamenti ogni punto nero sarebbe una bomba esplosa, e le mappe di
Marghera sembrano il centro di un formicaio. «Abbiamo sei faldoni con la conta dei danni, una scheda per ciascuna impresa dell’epoca — continua Palma — ma non abbiamo alcun censimento di quali potrebbero essere gli ordigni inesplosi » . In attesa della prossima prefettura la prefettura ha voluto ribadire la «sinergica cooperazione» di tutte le parti coinvolte nell’intervento, dai militari fino ai gruppi scout, passando ovviamente per i volontari della protezione civile e per il personale comunale. Da sottolineare anche il sangue freddo dei sommozzatori del nucleo Sdai di Ancona, che sono scesi con la bomba per farla brillare: dopo di loro l’esplosione è stata tanto forte da causare una scossa di magnitudo 1,5. Le conseguenze sulla fauna ittica sono ancora tutte da stabilire: i pescatori però sono pronti a monitorare la situazione peri prossimi giorni.