Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

De Raffaele e la crisi Reyer: «Siamo questi»

Tra errori e infortuni, l’Umana è nel tunnel. Goudelock: «Sono felice di essere tornato»

- Serena Spinazzi Lucchesi

L’ottava sconfitta in trasferta. La numero dieci in campionato. Per l’Umana Reyer la crisi non sembra conoscere fine. «Questi siamo», sono state le parole del coach Walter De Raffaele al termine del match perso in volata al PalaBancoD­esio con Cantù (81-77 il risultato).

Una partita persa soprattutt­o ai rimbalzi (49-34) ed è un aspetto singolare questo, pensando al pacchetto lunghi di prim’ordine che può vantare la Reyer in questa stagione. Con Watt, Vidmar, Daye, Udanoh e Mazzola, la squadra di De Raffaele può considerar­si tra le più attrezzate sotto i tabelloni, in entrambe le metà campo. In passato era proprio questo il settore più problemati­co, ma non certo quest’anno. Eppure, complice un’infermeria sempre affollata, è proprio in area pitturata che la Reyer ha perso la sfida con Cantù. Nella media, invece, le percentual­i al tiro anche se le 7 triple segnate (su 22 tentativi) sono poca cosa per una squadra che ha sempre fatto del tiro dalla lunga distanza una delle proprie armi migliori.

Vanno considerat­e le attenuanti, appunto quegli infortuni che stanno condiziona­ndo non poco il rendimento degli orogranata. Fuori Tonut e Udanoh, con Vidmar che sarebbe dovuto rimanere fermo ma che è stato ugualmente gettato nella mischia anche se per pochi minuti, così come Stone, recuperato in extremis. Rotazioni ridotte all’osso per una squadra che invece avrebbe un roster profondo, in grado di reggere il peso del doppio impegno tra campionato e coppa. Con il dubbio, a questo punto, che qualcosa vada aggiustato in corsa per provare a raddrizzar­e questa difficile stagione. Magari tornando di nuovo sul mercato.

Anche perché l’innesto di Goudelock per il momento è poco più che sulla carta, visto che dopo ogni partita giocata (in questo caso i pochi minuti di martedì scorso con Patrasso che ne hanno segnato l’esordio) ne va gestito il recupero con prudenza. E infatti domenica con Cantù è stato lasciato a riposo. Il giocatore, in ogni caso, sta lavorando forte per recuperare sotto tutti i punti di vista, dopo essere rimasto fermo per la rottura del tendine rotuleo dalla fine del 2018. «Dall’infortunio in poi è stato per me un cammino molto lungo. Un cammino fatto di sacrificio, ma anche di pazienza e dedizione. Purtroppo — dice pensando alle settimane di lavoro in orogranata, dal suo arrivo in ottobre — ci sono stati degli intoppi, è stato davvero un percorso duro. Però devo ringraziar­e la società e lo staff per aver creduto in me e per aver lavorato insieme a me per il mio recupero. Inoltre devo anche ringraziar­e i compagni per avermi subito integrato nel gruppo. Tornare a giocare — aggiunge riferendos­i al match di Eurocup — è stato bellissimo. È stato strano per me, non mi ero mai trovato in questa situazione. Ho cercato di non pensare al ginocchio e devo dire che, a parte un paio di situazioni, poi ho solo pensato a giocare. È stata per me una forte emozione, sono felice di essere tornato in campo».

Adesso, dopo aver riposato con Cantù, è molto probabile che il «mini Mamba» possa tornare sul parquet nella sfida di Eurocup in programma domani (ore 20.15) al Taliercio contro Oldenburg. Un passaggio cruciale per il cammino degli orogranata in queste Top 16, dopo lo stop inatteso con Patrasso in casa. Proprio contro i tedeschi la Reyer aveva interrotto la striscia vincente, aprendo la seconda fase con un ko.

Adesso nel Gruppo F sono tutti appaiati con due vittorie e due sconfitte: inutile ribadire che il match di domani sera sarà fondamenta­le, così come quello successivo (previsto dopo un mese) con la Germani Brescia, ultimo turno di questa fase. Ma ci vorrà una Reyer in formato europeo per tornare a vincere.

I lunghi soffrono Watt, Udanoh, Vidmar, Daye e Mazzola sono un bel reparto che non riesce a esprimersi

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Nei guai Walter De Raffaele, coach della Reyer (Ciamillo)

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